MONDO
"Da alcuni governi misure esemplari, ma no alla cultura dello scarto"
Coronavirus, Papa Francesco: "Penso al dopo che verrà, ma prepariamoci a tempi migliori"
"Il popolo di Dio ha bisogno che il pastore gli stia accanto, che non si protegga troppo" dice il Pontefice in un'intervista al giornalista britannico Austen Iverigh, tradotta in italiano dalla Civiltà Cattolica. "Ogni crisi è un pericolo, ma è anche un'opportunità. Ed è l'opportunità di uscire dal pericolo. Avere cura dell'ora, ma per il domani. Tutto questo con creatività". E aggiunge: "Discorsi populisti? Ricordano Hitler nel 1933. Ipocriti i politici che fabbricano armi"
A questo proposito aggiunge: "Il popolo di Dio ha bisogno che il pastore gli stia accanto, che non si protegga troppo". Iverigh chiede al Papa come vede la missione della Chiesa nel contesto della malattia Covid-19 a partire dai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, libro amato da Francesco, e da come la Chiesa si comportò nel frangente della peste del 1630. "Il cardinale Federigo - risponde Bergoglio - è un vero eroe di quella peste a Milano. In un capitolo, tuttavia, si dice che passava salutando la gente, ma chiuso nella lettiga, forse da dietro il finestrino, per proteggersi. Il popolo non ci era rimasto bene. Il popolo di Dio ha bisogno che il pastore gli stia accanto, che non si protegga troppo. Oggi il popolo di Dio ha bisogno di avere il pastore molto vicino, con l'abnegazione di quei cappuccini, che facevano così".
"Discorsi populisti? Ricordano Hitler nel 1933. Ipocriti i politici che fabbricano armi"
Sulla crisi in atto ha sottolineato: "Questa crisi ci tocca tutti: ricchi e poveri. È un appello all'attenzione contro l'ipocrisia. Mi preoccupa l'ipocrisia di certi personaggi politici che dicono di voler affrontare la crisi, che parlano della fame nel mondo, e mentre ne parlano fabbricano armi. È il momento di convertirci da quest'ipocrisia all'opera. Questo è un tempo di coerenza. O siamo coerenti o perdiamo tutto". E aggiunge: "Oggi, in Europa, quando si cominciano a sentire discorsi populisti o decisioni politiche di tipo selettivo non è difficile ricordare i discorsi di Hitler nel 1933, più o meno gli stessi che qualche politico fa oggi".
"Medici, infermieri, e preti santi della porta accanto"
"Penso ai santi della porta accanto in questo momento difficile. Sono eroi! Medici, volontari, religiose, sacerdoti, operatori che svolgono i loro doveri affinché questa società funzioni. Quanti medici e infermieri sono morti! Quanti sacerdoti sono morti! Quante religiose sono morte! In servizio, servendo". "Mi viene in mente una frase ne I Promessi sposi, del sarto, a mio giudizio un personaggio tra i più semplici e più coerenti. Diceva: 'Non ho mai trovato che il Signore abbia cominciato un miracolo senza finirlo bene' - aggiunge Francesco -. Se riconosciamo questo miracolo dei santi accanto a noi, di questi uomini e donne eroici, se sappiamo seguirne le orme, questo miracolo finirà bene, sarà per il bene di tutti. Dio non lascia le cose a metà strada. Siamo noi che le lasciamo e ce ne andiamo. Quello che stiamo vivendo è un luogo di 'metanoia', di conversione, e ne abbiamo l'opportunità. Quindi facciamocene carico e andiamo avanti", conclude il Pontefice.
"No alla cultura dello scarto"
Poi la riflessione sugli interventi attuati e sulla crisi mondiale provocata dalla pandemia: "Alcuni governi hanno preso misure esemplari, con priorità ben definite, per difendere la popolazione. Ma ci stiamo rendendo conto che tutto il nostro pensiero, ci piaccia o non ci piaccia, è strutturato attorno all'economia. Si direbbe che nel mondo finanziario sacrificare sia normale. Una politica della cultura dello scarto. Da cima a fondo" sottolinea. E circa la cultura dello scarto aggiunge: "Penso alla selettività prenatale - spiega il Pontefice -. Oggi è molto difficile incontrare per strada persone con la sindrome di Down.Quando la si vede nelle ecografie, li rispediscono al mittente. Una cultura dell'eutanasia, legale o occulta, in cui all'anziano le medicine si danno fino a un certo punto".
"Penso all'enciclica di papa Paolo VI, la Humanae vitae -continua nell'intervista -. La grande problematica su cui all'epoca si concentravano i pastoralisti era la pillola. E non si resero conto della forza profetica di quell'enciclica,anticipatoria del neomalthusianismo che stava preparandosi in tutto il mondo. È un avvertimento di Paolo VI riguardo all'ondata di neomalthusianismo che oggi vediamo nella selezione delle persone secondo la possibilità di produrre, di essere utili: la cultura dello scarto". "I senzatetto restano senzatetto - aggiunge Francesco -.Giorni fa ho visto una fotografia, di Las Vegas, in cui erano stati messi in quarantena in un parcheggio. E gli alberghi erano vuoti. Ma un senzatetto non può andare in un albergo. Qui la si vede all'opera, la teoria dello scarto".
"Imparare a comprendere e contemplare la natura, riconnetterci con ambiente reale"
Nell'intervista, pubblicata oggi simultaneamente in The Tablet (Londra) e Commonweal (New York), il Papa parla anche della questione ambientale. "Non abbiamo dato ascolto alle catastrofi parziali. Chi è che oggi parla degli incendi in Australia? E del fatto che un anno e mezzo fa una nave ha attraversato il Polo Nord, divenuto navigabile perché il ghiaccio si era sciolto? Chi parla delle inondazioni? Non so se sia la vendetta della natura, ma di certo è la sua risposta", ha detto. "Ogni crisi è un pericolo, ma è anche un'opportunità. Ed è l'opportunità di uscire dal pericolo. Oggi credo che dobbiamo rallentare un determinato ritmo di consumo e di produzione e imparare a comprendere e a contemplare la natura", afferma citando la sua enciclica ecologica Laudato si'."E a riconnetterci con il nostro ambiente reale. Questa è un'opportunità di conversione".
"Tempi migliori arriveranno, prepariamoci"
"Tempi migliori arriveranno, e ci ricorderemo di questa prova" assicura Papa Francesco. "La creatività del cristiano deve manifestarsi nell'aprire orizzonti nuovi, nell'aprire finestre, nell'aprire trascendenza verso Dio e verso gli uomini, e deve ridimensionarsi in casa. Non è facile stare chiusi in casa", spiega il Pontefice, "Mi viene in mente in un verso dell'Eneide che, nel contesto della sconfitta, dà il consiglio di non abbassare le braccia". "Preparatevi a tempi migliori, perché in quel momento questo ci aiuterà a ricordare le cose che sono successe ora. Abbiate cura di voi per un futuro che verrà. E quando questo futuro verrà, vi farà bene ricordare ciò che è accaduto", aggiunge, "Avere cura dell'ora, ma per il domani. Tutto questo con creatività. Una creatività semplice, che tutti i giorni inventa qualcosa. In famiglia non è difficile scoprirla. Ma non bisogna fuggire, cercare evasioni alienanti, che in questo momento non sono utili".