MONDO
La conferenza stampa
Coronavirus, Oms: "La panacea potrebbe non arrivare mai"
Per fermare questa pandemia occorre ricorrere alle armi che conosciamo "e che sappiamo funzionano: test, isolamento, tracciamento dei pazienti, quarantena per i contatti". Il messaggio è chiaro: "Fate tutto il possibile". Questo a livello dei singoli cittadini vuol dire "rispettate il distanziamento fisico, indossate una mascherina, lavate le mani regolarmente, tossite lontano dagli altri. Fatelo tutti". Ghebreyesus ha citato come esempi di successo "l'Italia, la Spagna e la Corea del sud".
"Sappiamo dagli studi sierologici che la maggior parte delle persone rimane suscettibile a questo virus, anche in aree che hanno subito gravi focolai. Durante la scorsa settimana abbiamo visto diversi paesi che sembravano aver superato il peggio ora affrontare nuovi picchi di casi. Tuttavia, abbiamo anche visto come alcuni paesi o aree che hanno avuto un numero elevato di casi stanno ora controllando l'epidemia. Non è facile, ovviamente. Ma se ci impegnamo tutti non è mai troppo tardi, il virus può essere sconfitto". Lo ha sottolineato il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra, citando Martin Luther King.
"Come ci ha insegnato" il leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani, "è sempre il momento giusto per fare la cosa giusta. Non è mai troppo tardi per adottare un approccio globale contro il virus",
"Pesante impatto della pandemia su vaccinazioni e cure cancro"
"Oltre al bilancio diretto di Covid-19, il Comitato d'emergenza Covid-19 ha preso atto dell'impatto sulla salute che l'interruzione dei servizi sanitari sta avendo su una serie di altre malattie. Ciò aggrava quanto già sappiamo sulla riduzione della copertura immunitaria, sullo screening e sulla cura del cancro e sui servizi di salute mentale". Lo ha sottolineato il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra, ricordando che nei giorni scorsi il Comitato di emergenza ha confermato che la pandemia rappresenta un'emergenza di sanità pubblica internazionale.
"È stato un momento per riflettere, a distanza di sei mesi, da quando la commissione ha" dichiarato "che l'epidemia costituiva un'emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale. All'epoca, il 30 gennaio, c'erano meno di 100 casi e nessun decesso al di fuori della Cina. Quando il Comitato si è riunito tre mesi fa, erano stati segnalati all'Oms tre milioni di casi e oltre 200.000 morti. Da allora, il numero di casi è aumentato di oltre cinque volte a 17,5 milioni e il numero di morti è più che triplicato, passando a 680.000", ha detto il Dg.
"Un sondaggio su 103 paesi tra metà maggio e l'inizio di luglio ha rilevato che il 67% dei Paesi riferisce interruzioni nei servizi di pianificazione familiare e contraccezione. Più della metà dei paesi ha segnalato l'interruzione dei servizi di assistenza prenatale e più di un terzo dei paesi ha segnalato l'interruzione dei servizi neonatali dei bambini. Oltre all'impatto sulla salute, abbiamo visto tutti - ha detto il dottor Tedros - il danno che Covid-19 ha causato socialmente, economicamente e politicamente". Il Comitato d'Emergenza "ha avanzato una serie di raccomandazioni affinché i paesi continuino ad attuare per tenere sotto controllo il virus. Queste - ha ricordato - vanno dalla condivisione delle migliori pratiche, al miglioramento dell'impegno politico e della leadership per strategie nazionali e attività di risposta guidate da scienza, dati ed esperienza".