ECONOMIA
Covid-19 e Fase 2
Commercio, riaprono attività con il rebus clienti e rischio crollo lavoro
Sette locali su dieci sono pronti a ripartire ma 377mila dipendenti resteranno a casa. Previsioni negative sui fatturati
In un'indagine effettuata dall'Ufficio Studi della Fipe, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi-Confcommercio, il 70% circa dei pubblici esercizi, 7 su 10, 196mila locali tra bar e ristoranti, sono pronti ad alzare le serrande già a partire da lunedì 18 maggio e saranno pronti ad accogliere i clienti con le nuove regole anti Covid-19. Circa 83.000 gestori resteranno chiusi o perché il titolare ritiene che non ci siano le condizioni per riprendere a lavorare o perché il gestore non si è ancora organizzato.
Anche se vi sono alcune incertezze, bar e ristoranti si preparano alla riapertura, riorganizzando proprio in queste ore gli spazi interni ai locali e i turni del personale. Per tutti quanti, la preoccupazione principale è quella legata alla sicurezza di clienti e dipendenti.
Il 95% degli imprenditori intervistati, infatti, ha già acquistato le mascherine per il proprio personale, l’82% dei ristoratori è convinto che l’uso dei dispositivi di protezione sia essenziale, mentre il 94% ha già effettuato la sanificazione dei locali.
Ciò che non convince per nulla gli imprenditori della ristorazione, invece, sono le barriere divisorie in plexiglass. Il 56% degli intervistati esclude ogni ipotesi di utilizzo, il 37% ne ipotizza invece un impiego alla cassa e poco meno del 5% prevede di installarle tra i tavoli.
Fipe inoltre lancia un allarme occupazione: gli imprenditori intervistati da Fipe stimano un crollo del 55% dei loro fatturati a fine anno e questo si tradurrà in un minor impiego di personale, già a partire da domani. Secondo le stime, infatti, il numero dei dipendenti impiegati calerà del 40%, con 377mila posti di lavoro a rischio.
Confcommercio evidenzia come dal 18 maggio nel totale circa 800.000 imprese commerciali e dei servizi potranno alzare la saracinesca. Si tratta di circa il 68,1% delle oltre 1,2 milioni esistenti.
La vera incognita viene considerata l'accesso dei clienti nelle attività che riaprono. Il delegato per le politiche commerciali di Confcommercio, Enrico Postacchini, sottolinea come le imprese che riaprono il 18 maggio si aspettano: "Di fare all'inizio solo il 30% del fatturato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso per arrivare a fine anno a circa il 50%. Domani apriranno le attività considerate non essenziali. Le code non ci saranno. Il tema sarà come sostenere economicamente il settore".
Sulla sicurezza nella riapertura Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi Fipe, osserva: "Le persone sono spaventate. Bisognerà lavorare per rassicurare i clienti. Le attività saranno assolutamente sicure".
Un timore sugli effetti della ripartenza per i consumatori arriva anche dal Codacons che parla di un rischio stangata di 536 euro l'anno a famiglia per i costi Covid legati alle sanificazioni e al distanziamento che di fatto limita l'accesso dei clienti. Da qui l'appello ai commercianti affinché non scarichino queste spese sui prezzi.