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MONDO

“Così il Papa ha entusiasmato l’America”. Intervista a Massimo Faggioli

Il viaggio negli Stati Uniti segnerà il Pontificato di Papa Francesco. Quali saranno le immediate conseguenze per la Chiesa cattolica? Facciamo con questa intervista a Massimo Faggioli, storico del Cristianesimo alla St. Thomas University, un primo bilancio della missione pastorale negli Usa.

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di Pierluigi MeleRoma

Professore, siamo alla fase finale del viaggio apostolico di Papa Francesco a Cuba negli USA. Un viaggio che segna il Pontificato Bergoglio: la conferma, con il suo intervento all'Onu, della  sua leadership spirituale e "politica" a livello mondiale. E' così?
Papa Francesco si e’ confermato nella sua identità teologica, spirituale e politica anche nel viaggio in America, che era il più’ difficile per la distanza tra la sua cultura di riferimento e gli estremi delle culture politiche e religiose americane. Il papa è oggi la autorità globale su povertà, giustizia sociale e ambiente. Ma è un altro discorso trasformare questa autorità in un cambio di rotta delle politiche sulle questioni concrete.

Il viaggio negli Stati Uniti, quello che pareva più "complicato", è stato un successo. Quale è stata la "chiave" di questo successo?
La chiave è nello stile semplice e pastorale che lo caratterizza anche a Roma; una preparazione accurata del viaggio e dei discorsi; la scelta di incontrare la chiesa americana "dove essa e’”, senza pretendere che sia come quella italiana o sudamericana; allo stesso tempo la scelta di un messaggio che è diverso dalla retorica combattiva e rivendicativa dei vescovi americani, specialmente sulle questioni sensibili di matrimonio, famiglia, e omosessualità’.

Il ciclone Bergoglio ha investito la Chiesa americana. Una chiesa divisa. Cambierà la vita della Chiesa americana? 
Vedremo presto dai vescovi: da quelli americani che saranno al Sinodo che si apre la settimana prossima, e dalla prossima assemblea della conferenza episcopale americana. Bisognera’ attendere. Quello che e’ certo e’ che gli oppositori di Francesco appaiono un gruppo più sparuto e isolato oggi. Quella parte non piccola di vescovi americani che apprezza Francesco verra’ allo scoperto.

L'intervento  al Congresso Usa è stato un capolavoro politico. Come è stato vissuto dalla politica Usa? Avrà una influenza nella campagna presidenziale?
Non credo: la politica americana vive oggi in una bolla separata, anche a causa dei sistemi di finanziamento e di corruzione legale. Inoltre tutti e due i partiti oggi sono spaccati al loro interno, specialmente il partito più’ religioso, quello Repubblicano. Ma il discorso del papa al Congresso ha ricordato ai cattolici e specialmente ai politici cattolici una serie di questioni - non solo quelle di morale sessuale - che sono alla base dell’insegnamento morale e sociale della chiesa.

La minoranza "Hispanica" come ha vissuto la visita del Papa?
Come una benedizione e una conferma nel loro ruolo: e’ una minoranza forte che diventerà ben presto maggioranza, ma che è ancora largamente invisibile nelle stanze che contano della chiesa cattolica americana.

Quale è il messaggio che arriva a noi europei da questo viaggio?
Che la chiesa globale significa una chiesa anche post-europea e post-nordamericana. In questo Europa e Nordamerica sono in due situazioni simili (anche se l’Europa e’ più’ secolarizzata). Si tratta di riconoscere che non esiste più un monopolio culturale sul cattolicesimo globale da parte di una cultura sola.

Ultima domanda: l'altra sfida di Bergoglio sarà il Sinodo...vincerà la linea Bergoglio?
Nella visita in America il papa ha fatto capire il suo approccio non ideologico alle questioni del Sinodo. Resta da vedere tutto il resto. Credo che il Sinodo sarà una tappa importante nel corso di un processo che non si chiuderà il 25 ottobre.

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