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Agenas: terapie intensive in calo al 23% ma boom in Umbria al 59%

Valori sotto la soglia critica del 30% ad eccezione di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Bolzano e Umbria

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Continua a calare, a livello nazionale, il numero delle terapie intensive occupate da pazienti Covid. Le percentuali si attestano infatti al 23%, ben 7 punti sotto la soglia critica del 30% e in calo di 4 punti rispetto ai dati di tre settimane fa. 

È quanto si osserva nel monitoraggio quotidiano dell'Agenas aggiornato al 17 febbraio. Sei regioni tuttavia sono in situazione ancora critica, ovvero Abruzzo (33%), Friuli Venezia Giulia (34%), Marche (33%), Molise (31%), Bolzano (39%) e soprattutto Umbria, dove il 59% dei posti in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid e dove è stata rilevata la circolazione di varianti.

Secondo i dati dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), va meglio anche la situazione nei reparti di pneumologia, medicina interna e infettivologia. Qui i posti letto occupati da malati Covid sono passati dal 33% del 28 gennaio al 29% di ieri. Si tratta di un calo del 4% che porta il totale a 11 punti percentuali sotto il livello "critico" del 40%. 

Questa soglia, definita dal decreto del Ministero della Salute dello scorso 30 aprile, è considerato un indicatore importante perché, se viene superato, diventa problematica la presa in carico dei pazienti che necessitano il ricovero per motivi di salute non collegati al Covid-19. 

Il dato del 29% registrato ieri è ben lontano dai valori di circa il 50% che erano stati registrati a metà novembre. Tuttavia è un valore nazionale e quindi non esclude singole situazioni critiche nelle regioni. In particolare ieri la soglia del 40% dei posti letto in reparto occupata da pazienti Covid risultava superata da Umbria (55%), Bolzano (46%) e Marche (45%). 
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