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POLITICA

Crisi di governo

Consultazioni, al Quirinale 17 gruppi. Colle vuole chiudere subito. Gentiloni e Padoan da Renzi

Seconda giornata di consultazioni per la formazione del nuovo Governo. Il presidente Mattarella vede oggi ben 17 delegazioni delle forze politiche. Il Capo dello Stato però vuole chiudere in fretta la crisi, possibilmente entro sabato quando vedrà anche il Pd. Gentiloni torna a Palazzo Chigi, stamani aveva già incontrato Renzi

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Un calendario fitto di incontri per un rituale che si ripete - quello delle consultazioni che preludono all'affidamento di un incarico - con la differenza che per la prima volta l'inquilino del Quirinale si chiama Sergio Mattarella. Che ha di fronte a sè diverse opzioni, ognuna caldeggiata da una parte politica diversa, e il gioco dei retroscena e dei veti incrociati in queste ore vive intense fibrillazioni.

Un governo al più presto
Sergio Mattarella ha fatto capire a tutti gli interlocutori che ha consultato al Quirinale che intende dare "al più presto" una soluzione alla crisi di governo apertasi con le dimissioni di Matteo Renzi. Il capo dello Stato, assai attento a mantenere il suo ruolo di arbitro, sta svolgendo la seconda giornata di consultazioni prediligendo l'ascolto all'intervento. "Parla poco e registra soprattutto le nostre posizioni" riferiscono i capigruppo che hanno già sfilato nello Studio alla Vetrata. Ma dai loro racconti emerge chiaramente che il presidente Mattarella "è deciso a superare al più presto questa stagione di difficolta'" e "ha confermato la volontà di risolvere in tempi rapidi questa crisi" ha riferito anche Nello Formisano incontrando i giornalisti.

Un Governo in carica entro il 15 dicembre, pronto quindi per affrontare il Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles il giorno stesso. Come Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intende arrivarci è ancora tutto da stabilire. Aperte quindi tutte le strade:  un reincarico (prima scelta di Mattarella), un governo istituzionale e quello delle larghe intese. Non esclusa anche la carta del rinvio alle Camere di Matteo Renzi, tutte opzioni su cui però l'ultima parola spetta proprio al premier dimissionario.

Il presidente Mattarella vede oggi ben 17 delegazioni delle forze politiche, la prima è stata quella di Si-Sel e Misto-Idv, poi nel corso della mattina si sono succeduti fra gli altri Svp, Al, Udc e Idea. 

Dai colloqui finora è emerso un abbastanza scontato no al voto subito e una disponibilità ad appoggiare un nuovo governo.

Un governo senza aggettivi, secondo il presidente dei deputati del gruppo Misto, Pino Pisicchio: "Né a termine, né di scopo. Un governo è un governo. Basta che ottiene la fiducia delle Camere". Anche se l'impressione dell'ex leghista Flavio Tosi, salito al Colle in rappresentanza di Fare!, è che "l'ipotesi di un governo di larghe intese come auspicato da Silvio Berlusconi si allontani anche se sarebbe quella migliore per svelenire il clima". E' proprio del sindaco di Verona la sintesi migliore di quanto sta accadendo in queste ore: "L'altra ipotesi è quella di un governo che affronti la legge elettorale e poco altro. Il profilo del nuovo premier sarà scelto e proposto da Mattarella d'intesa con il segretario del Pd Renzi e la scelta non può che ricadere su una figura di alto profilo internazionale anche per le partite complesse che si trova a gestire l'Italia". Di figura di alto profilo internazionale parla anche Riccardo Nencini, al Colle in rappresentanza del Psi, non escludendo però nemmeno un reincarico a Renzi. Reincarico che non viene escluso nemmeno da Tosi. Anche Rocco Buttiglione (Udc), dopo l'incontro con Mattarella, spiega che è "difficile" mettere insieme un "governo istituzionale" ma che non è possibile "andare subito al voto perché questo consegnerebbe un Parlamento ingovernabile. Serve un governo che continui il percorso riformatore del governo Renzi e per la legge elettorale bisogna creare un tavolo di trattativa a cui tutti partecipino".

FdI, Meloni: al voto entro marzo
"La road map di Fratelli d'Italia è fare una legge elettorale in pochissimi giorni, entro la fine dell'anno. Quindi scioglimento a gennaio e voto entro marzo". Lo ha detto la leader di Fdi, Giorgia Meloni al termine delleconsultazioni al Quirinale. "Riteniamo che l'unico modo per rispettare quanto ampiamente emerso dal referendum sia mettere l'Italia nelle condizioni di avere prima possibile un governo scelto dagli italiani e non frutto delle manovre di Palazzo. Abbiamo chiesto a Mattarella di aiutare gli italiani a tornare alle urne il prima possibile. Non siamo disponibili a sostenere il quarto governo di fila che arriva senza libere elezioni", ha aggiunto Meloni.

"Renzi ha sempre anteposto gli interessi di partito, a quelli degli italiani. Ci ha portato nel pantano in cui ci troviamo ora". Ha detto la leader di Fratelli d'Italia Meloni che ha ribadito la contrarietà di "un governo Renzi bis. Serve un governo che faccia la legge elettorale e quindi si va a a votare. Qualunque governo che nasce si deve sapere che abbia orizzonte prestabilito", ha concluso - "altrimenti chiameremo il popolo alla mobilitazione, e il 22 gennaio siamo pronti a scendere in piazza". 

Fitto (Cor): no governo con vecchia maggioranza
"Diciamo no ad un governo che ha una maggioranza a cui ci siamo sempre opposti nel merito". Lo dice al Quirinale Raffaele Fitto di Cor, che apre la porta a "interventi per omogeneizzare la legge elettorale". "Bisogna mettere in campo, e lo dico guardando al centrodestra, sistemi elettorali che siano decidenti ed evitino
ritorni al passato ed alla ingovernabilità. Diciamo no al proporzionale. Il Paese ha bisogno di un governo che possa decidere sulle questioni fondamentali", ha concluso Fitto.

Lega: al voto il prima possibile
 "Il popolo vuole votare e non gradisce Renzi presidente del Consiglio. Si deve andare al voto il prima possibile". Lo ha detto Giancarlo Giorgetti della Lega al Quirinale sottolineando che "questa è la posizione che emerge dal referendum".  

Sabato pomeriggio la partita entra nel vivo
L'ex Cav porta con se la promessa fatta proprio a Mattarella che il suo partito sarà "responsabile", su quanto però ancora non è stata sciolta la riserva.  La linea di Forza Italia è sempre la stessa,  salvo colpi di scena dell'ultima ora,  da non escludere: il Pd deve fare una proposta, basta che non ci sia Renzi.  Alle 17 sempre sabato 10 dicembre sarà la volta del MoVimento 5 Stelle, che si candidata al governo del Paese e che vuole andare al voto subito con il remake del l'Italicum.  Poi alle 18 il Partito democratico. È  da questo incontro che Mattarella si aspetta una proposta oltre che una linea attorno alla quale trovare la massima convergenza.

Renzi rientrato a Roma. Gentiloni, Padoan e Boschi a Palazzo Chigi
l presidente del Consiglio Matteo Renzi è rientrato a Roma dopo aver trascorso la giornata dell'Immacolata con la famiglia a Pontassieve. Nella sede della Presidenza del Consiglio è giunto a metà mattinata il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. A Palazzo Chigi è quindi giunto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, trattenendosi per circa mezz'ora. Entrambi sono quindi andati via. Nella sede della Presidenza del Consiglio è presente anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Nel pomeriggio Gentiloni si è recato nuovamente a Palazzo Chigi.

 
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