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ECONOMIA

La cronistoria

Crisi greca, le tappe di una trattativa lunga cinque anni

Tutto è iniziato nell'ottobre del 2009 quando il neoeletto premier Papandreu ammette che Atene ha truccato i conti pubblici per entrare nell'euro. Una crisi fatta anche di scelte che hanno fatto discutere e hanno diviso gli economisti

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di Silvia Balducci La crisi greca è oggi al terzo giro di boa. Sono passati cinque anni da quando tutto è iniziato. Cinque anni di trattative, di errori da un lato e dall'altro, di salvataggi in extremis. Cinque anni che per il popolo greco hanno significato disoccupazione, tagli, austerità.

Una crisi caratterizzata da scelte che hanno diviso gli economisti. Come ad esempio nel 2010 la decisione di non affiancare agli aiuti un haircut, cioè una riduzione del debito. Un errore come lo ha definito, solo dopo, l'allora direttore dell'Fmi Dominique Strauss Kahn che è stato commesso anche su pressione franco tedesca. Anche il livello dei tassi di interesse dei prestiti concessi è stato un altro elemento divisivo.

Ottobre 2009 - L'ammissione di Papandreou
Tutto è iniziato nell'ottobre del 2009 quando il neoeletto premier Papandreou svela
che il governo precedente, quello di Karamanlis (in carica dal 2005 al 2009) aveva falsificato i conti, e il deficit invece di essere al 6,5 per cento del Pil era oltre il 12,5. Il tasso di interesse sui titoli di Stato a 10 anni schizza al 5 per cento. 

Aprile 2010 - La Grecia è "una nave che affonda"
La crisi greca arriva sui tavoli della politica europea solo all'inizio dell'aprile del 2010 quando l'UE si impegna a garantire un prestito da 30 miliardi mentre il Fmi è pronto a sborsarne altri 13 miliardi. Il 23 aprile il premier Papandreu definisce la Grecia "una nave che affonda" e chiede un piano di aiuto mentre il bond a 10 anni sale al 6 per cento.


George Papandreou 

Maggio 2010 - I primi aiuti
A maggio l'Europa stacca un assegno da 80 miliardi ai quali si aggiungono quasi 30 miliardi dal Fmi. Decolla il primo programma di aiuti e si mettono le basi per la creazione del fondo salva Stati. La Grecia si impegna a varare una serie di riforme su fisco e competitività oltre a un programma di privatizzazioni. Il rendimento del bond greco sale al 7,50 per cento.

2011 - Titoli greci sono "spazzatura"
All'inizio del 2011 la situazione in Grecia peggiora, le agenzie di rating S&P, Moody's e Fitch declassano i titoli greci a livello spazzatura e il titolo decennale vola all'11 per cento. A maggio la Grecia annuncia che slitterà di due anni al 2016 l'obiettivo di un deficit/pil al 3 per cento. Passano tre mesi e si rende necessario un nuovo prestito per un totale che sale a 160 miliardi e Papandreou vara un rimpasto di governo. L'ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet è contrario al coinvolgimento del Fmi. La crisi greca e del debito sovrano deve essere affrontata all'interno dell'Europa. A ottobre un drammatico Eurogruppo riesce a varare il potenziamento del fondo salva stati e apre ai negoziati per l'haircut del debito greco in portafoglio di investitori privati, circa 100 miliardi di euro. Il rendimento del decennale greco vola intanto al 18 per cento.

Novembre 2011 - Papandreou si dimette
A novembre Papandreou si dimette, arriva un governo di unità nazionale guidato da Lucas Papademos, già vice presidente Bce. Vara una finanziaria lacrime e sangue. A fine anno il bond greco schizza al 23 per cento. 

Febbraio 2012 - Tagli e nuovi licenziamenti
A febbraio il governo vara nuove misure di austerità come il taglio del salario minimo, la riduzione di 150mila dipendenti pubblici. Guerriglia nelle piazze. Durante le manifestazioni di protesta vengono incendiati negozi e banche.


Proteste di piazze contro i tagli e l'austerity

Marzo 2012 - Ristrutturazione debito
Nonostante le misure varate i mercati sono spaventati, lo spread vola e il bond decennale tocca un rendimento record del 36%. A marzo arriva l'accordo per la ritrutturazione del debito.

Giugno 2012 - Samaras al potere. Nuovi aiuti per 240 miliardi
A maggio le elezioni politiche, il risultato è l'ingovernabilità. Nuova Democrazia è il primo partito ma non ha la maggioranza. Si torna alle urne a giugno e il leader di Nuova Democrazia Samaras diventa premier sostenuto anche dal Pasok. Bce, Commissione Ue e Fmi siglano con la Grecia un nuovo programma di aiuti abbattendo il tasso di interesse che grava su Atene e allungando le scadenze. In totale 240 miliardi di euro. Nuova finanziaria con tagli per 10 miliardi mentre il Pil crolla del 4,5% e il titolo decennale oscilla intorno al 26%.

I tagli agli stipendi e i licenziamenti peggiorano la situazione nel paese. La disoccupazione giovanile nel Paese supera il 60 per cento. Le piazze sono in  subbuglio. Un comando di uomini armati spara di raffiche mitre contro l'abitazione dell'ambasciatore tedesco.


L'ex primo ministro greco Antonis Samaras 

Giugno 2013 - Chiusa la tv di Stato
Samaras chiude la tv di Stato e licenzia in tronco 2.700 dipendenti. A ottobre il governo prevede una crescita del pil dello 0,6 per cento dopo un crollo del 23 per cento dal 2008 al 2013. Ad aprile dopo 5 anni il governo torna sui mercati finanziari con una emissione a sei mesi e un tasso di interesse del 5,8 per cento.


La sede della Tv di Stato

Dicembre 2014 - Elezioni anticipate
Samaras e il Pasok anticipano le elezioni per il presidente della Repubblica ma fanno male i calcoli. La maggioranza di governo, composta da ND e PASOK, non riesce ad ottenere infatti la maggioranza parlamentare sul nome di Stauros Dīmas. Il parlamento viene sciolto, come previsto dalla Costituzioni, e si va ad elezioni anticipate. Il Paese è acora nel caos. La disoccupazione è oltre il 28 per cento.

Gennaio 2015. Syriza al potere con Tsipras
Alle elezioni del 25 trionfa Syriza e Tsipras diventa premier con il sostegno determinante dei due deputati di estrema destra. Con il ministro delle finanze Varoufakis parte un tour nelle cancellerie europee. Il nuovo governo punta a una ristrutturazione del debito e soprattutto non vuole rapporti con la Troika. Inizia un lungo negoziato mentre le condizioni dei conti della Grecia peggiorano drasticamente con un indebitamento totale con l'estero che arriva a 330 miliardi di euro e un debito pubblico pari al 180 per cento del pil.


Tsipras festeggia la vittoria elettorale


Sostenitori di Syriza esultano

Luglio 2015 - Il referendum sull'accordo  
Il primo ministro Tsipras convoca un refendum per il 5 luglio sull'accordo e fa campagna per il "no" nonostante gli appelli dei leader europei. Oltre il 61 per cento dei greci lo segue e boccia il piano dei creditori. Il premier Alexis Tsipras parla di "scelta coraggiosa", dice "sì a nuovi negoziati", nega uno scontro con l'Europa e chiede la "ristrutturazione del debito". Il ministro degli esteri Varoufakis si dimette per non intralciare il dialogo con l'Europa. Gli succede il capo della squadra negoziale ellenica Euclid Tsakalotos.


Sostenitori del No e del Si

13 luglio 2015 - L'accordo
Dopo 17 durissime ore di negoziato a Bruxelles si è trovato l'accordo che salva la Grecia dal tracollo. Il compromesso, però, è tutto da confermare, perché il pacchetto di aiuti che potrebbe valere da 82 a 86 miliardi in tre anni è vincolato all'approvazione di alcune riforme che il parlamento greco dovrà varare a breve. E anche alla ratifica da parte dei paesi dell'Eurozona della terza tranche di aiuti.


Michel twitta "Agreement". L'accordo c'è e tutti i leader postano commenti
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