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MONDO

Usa

Kievgate, i Democratici puntano al voto sull'impeachment entro novembre

La prima testa è già caduta: si è dimesso l'inviato speciale americano a Kiev, Volker. Intanto l'amministrazione Trump indaga su centinaia di e-mail inviate a Hillary Clinton

Donald Trump, Mike Pence (AP Photo/Carolyn Kaster)
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I democratici si augurano di poter votare alla Camera l'impeachment del presidente americano Donald Trump per la per la fine di novembre. Secondo indiscrezioni riportate dalla Cnn, l'augurio è di riuscire ad avere il voto prima del giorno del ringraziamento, che cade il 28 novembre.   

Trump frustrato, trema capo staff Casa Bianca
Trema il capo dello staff della Casa Bianca. Donald Trump sarebbe frustrato da Mick Mulvaney e dalla sua mancanza di strategia dopo la pubblicazione del sommario della conversazione telefonica fra il presidente americano e il leader ucraino Volodymyr Zelensky.   

La frustrazione di Trump sarebbe così elevata che nelle ultime ore avrebbe tenuto una serie di incontri con i suoi consiglieri e legali per trovare una strategia per rispondere agli effetti della telefonata. Nonostante non sia più nelle grazie del presidente, Mulvaney almeno per il momento non rischia di perdere il suo posto: Trump è infatti consapevole che se lo licenziasse non farebbe altro che aumentare le speculazioni e le critiche alla Casa Bianca. 

Trump: "Impeachment è truffa, democratici scandalosi"
"È scandaloso quello che i democratici stanno facendo", ovvero la "truffa dell'impeachment". Lo twitta il presidente americano Donald Trump, accusando i dem di non far nulla sul fronte delle armi e delle infrastrutture. "Gli unici a cui non piace la mia conversazione con il nuovo presidente ucraino sono coloro che ascoltano Adam Schiff", il democratico presidente della commissione di Intelligence della Camera. 

Trump: "La mia economia la migliore e vogliono impeachment"
"Come si può procedere con l'impeachment di un presidente che ha creato la migliore economia nella storia di questo paese? La conversazione con il predente dell'Ucraina all'Onu, in cui ha detto di non aver ricevuto alcuna pressione, dovrebbe mettere fine a questa caccia alla streghe". Lo twitta il presidente Donald Trump. 

Hillary Clinton 'ritorna', per molti pronta a candidarsi
Attacca Donald Trump duramente,come mai negli ultimi anni. E conquista la televisione americana con una raffica di interviste. Hillary Clinton si riaffaccia a gamba tesa sulla scena politica americana dopo la scottante sconfitta del 2016 alle elezioni, tanto da spingere diversi osservatori a interrogarsi sulla possibilità che Hillary possa candidarsi nuovamente.   

Per ora si tratta solo di indiscrezioni e supposizioni, ma molti si chiedono se una nuova sfida fra Trump e Clinton sia possibile per il 2020, con l'ex candidata assetata per una rivincita. Per ora restano comunque rumors visto che la serie di interviste in programma per Hillary Clinton sembra legata alla promozione del libro scritto con la figlia Chelsea che uscirà l'1 ottobre e che è dedicato alle donne coraggiose che hanno fatto la storia.     

In un'intervista alla Cbs che andrà in onda nelle prossime ore e di cui sono stati diffusi alcuni estratti, Clinton parla di Trump come di un "presidente illegittimo" e precisa: le cose che sono accadute nella campagna elettorale del 2016 "non si ripeteranno". 

E Trump indaga sulle email ricevute da Hillary Clinton
L'amministrazione Trump sta indagando sulle email di decine di funzionari attuali o passati del Dipartimento di Stato inviate all'email privata dell'allora segretario di Stato Hillary Clinton. Una decisione che rinnova la polemica delle presidenziali 2016. Lo rivela il Washington Post. Almeno 130 funzionari sono stati contattati nelle ultime settimane e sono stati informati che le email inviate anche anni fa sono state definite come "classificate" in maniera retroattiva e adesso costituiscono possibili violazioni della sicurezza, secondo una delle lettere lette dal WP. In particolare si indaga su informazioni potenzialmente sensibili inviate all'email personale della Clinton. I primi contatti con i funzionari sono iniziati 18 mesi fa, dopo l'elezione di Trump alla presidenza, poi sono scemati per ritornare pressanti ad agosto. 

"Non ha niente a che fare con chi sta alla Casa Bianca", ha dichiarato un funzionario del Dipartimento di stato, che ha parlato in forma anonima. L'uso dell'indirizzo personale da parte di Hillary Clinton era stato già sotto indagine da parte del Dipartimento, dell'Fbi e del Congresso. Clinton non era stata accusata di infrazione alla legge ma l'Fbi era stata attaccata per aver diffuso l'indagine. Secondo una fonte vicina al dossier, le indagini servono ai Repubblicani per "mantenere la questione delle email della Clinton in vita".

Tra i responsabili interrogati e contattati ci sono anche ambasciatori e funzionari di alto grado che si occupano della politica Usa in Medio Oriente, Asia e Europa. Nelle email visionate dal Wp non ci sono prove di informazioni sensibili. In uno dei casi un ex funzionario è stato interrogato su decine di messaggi risalenti al 2009 quando era in dotazione il BlackBerrys ai dipendenti statali, telefono che non consentiva di inviare messaggi classificati e quindi questi materiali venivano inviati in "mail normali".

Julian Castro: Trump consegni server telefonata Zelensky
Il candidato democratico alle elezioni Usa del 2020, Julian Castro, chiede che la Casa Bianca consegni al Congresso il server in cui vengono conservate le trascrizioni della telefonata del presidente Donald Trump con il leader ucraino Volodymyur Zelesnky.   

Il server, secondo indiscrezioni, conterrebbe anche le trascrizioni delle conversazioni telefoniche con altri leader, quali il presidente russo Vladimir Putin e il principe ereditario saudita Muhammad bin Salman. Castro è convinto che la telefonata con Zelensky sia "solo la punta dell'icerberg" degli affari di Trump con leader stranieri. 
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