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MONDO

Seul

Elezioni presidenziali in Corea del Sud: Moon favorito, vuole il dialogo con il Nord

Al voto dopo la deposizione di Park

L'ex presidente sudcoreana Park
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I cittadini della Corea del Sud alle urne per scegliere il successore di Park Geun-hye, accusata di corruzione e deposta dopo una procedura di impeachment. La campagna elettorale è stata dominata dai temi della disoccupazione e delle ineguaglianze sociali, non dal dossier nordcoreano, passato in secondo piano. Eppure il favorito per la vittoria delle presidenziali, secondo analisti e sondaggisti, è Moon Jae-in, un veterano della lotta per i diritti umani, sostenitore della ripresa del dialogo con Pyongyang e dell'opportunità di relazioni "più eque e giuste" con Washington.

Le elezioni si svolgono in un turno unico. Una sola donna figura fra i tredici candidati: si tratta di Sim Sang-jeung, ex sindacalista ed esponente del Partito della Giustizia, formazione di sinistra. Stando ai sondaggi, non ha alcuna speranza di essere eletta.

Il voto dovrebbe consentire alla Corea del Sud di voltare pagina, dopo settimane di turbolenza legata allo scandalo che ha coinvolto l'ormai ex presidente. La sua destituzione da parte dell'Assemblea nazionale è stata confermata dalla Corte costituzionale: Park Geun-hye attende ora in carcere di essere giudicata per corruzione e abuso di potere.

Secondo l'ultimo sondaggio realizzato da Realmeter, Moon Jae-in, candidato del Partito Democratico (sinistra), è accreditato del 42,4% dei voti, e dovrebbe finire davanti al centrista Ahn Cheol-soo e al conservatore Hong Joon-pyo, entrambi attorno al 18%.

Amico e direttore dell'ufficio di gabinetto del presidente Roh Moo-hyun, che si è suicidato nel 2009 dopo l'apertura di un'indagine per corruzione su colleghi e parenti, Moon è considerato il candidato di sinistra più credibile e si è proposto con un'immagine di uomo onesto, "navigando l'ondata delle proteste contro l'ex capo dello Stato". D'altra parte, ha commentato Robert Kelly, della Pusan National University, "la corruzione è il più grande problema della vita politica sudcoreana". "Tutti i presidenti sono stati coinvolti direttamente o indirettamente in vicende di corruzione o tangenti".

Durante la campagna elettorale, Moon ha promesso di ridurre il potere economico detenuto da poche famiglie sudcoreane, si è detto contrario al dispiegamento del sistema antimissile americano Thaad in Corea del Sud e ha ribadito la sua intenzione di ripristinare e rafforzare il dialogo con la Corea del Nord allo scopo di riportare Pyongyang al tavolo dei negoziati sul nucleare. Un obiettivo, questo, che gli è valso l'ostilità dei suoi avversari, che lo accusano di totale mancanza di fermezza nei confronti della Nord Corea. Così come numerose critiche gli sono piovute addosso per la sua posizione sull'alleanza con gli Stati uniti. In un libro recente, il candidato democratico ha scritto infatti che Seul dovrebbe imparare a dire "no" a Washington, ricercando relazioni "più giuste ed eque" con gli Usa.
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