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SPORT

Nel mirino Simone Biles e le sorelle Williams

Doping, dagli hacker accuse agli atleti americani a Rio

Gli hacker del gruppo Fancy Bear violano i database della Wada, l'Agenzia internazionale antidoping, e accusano: diverse stelle Usa avrebbero fatto ricorso a certificati medici per giustificare valori anomali. Gli Usa contrattaccano: "Azione hacker russi spregevole"  

Simone Biles (LaPresse)
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Lo scandalo del doping che ha tenuto gli atleti russi lontano da Rio rimbalza ora sullo sport statunitense: le star americane avrebbero partecipato alle Olimpiadi dopo aver assunto farmaci in abbondanza.

Gli hacker del gruppo Fancy Bears, che si schierano ''per il fair play e lo sport pulito'', hanno violato il sito dell'Agenzia mondiale antidoping (Wada) e hanno pubblicato documenti relativi a diversi atleti a stelle e strisce: le star avrebbero fatto ricorso a certificati medici per giustificare valori anomali, non regolari secondo le norme antidoping, prima e durante i Giochi.  

L'esenzione terapeutica consente l'assunzione dei farmaci: nessun illecito, quindi. Per Fancy Bears, associato recentemente anche alla diffusione di alcune email di Hillary Clinton, però ce n'è abbastanza per parlare di "vittorie macchiate".  

"Vi riveleremo come vengono vinte le medaglie olimpiche. Abbiamo hackerato i database della Wada e siamo rimasti scioccati da quello che abbiamo trovato", scrivono gli hacker, probabilmente russi. Nel mirino di Fancy Bears finisce in particolare Simone Biles, la straordinaria ginnasta capace di vincere 4 ori nella rassegna a 5 cerchi alla quale -è bene ricordare- la Russia ha partecipato con una delegazione ridotta per le sanzioni legate alle accuse di doping di Stato.

Secondo gli hacker, la ginnasta "ad agosto 2016 è risultata positiva per metilfenidato, uno psicostimolante, rinvenuto nel suo campione". Inoltre, Biles avrebbe assunto "anfetamine per un certo periodo". Nel frullatore dei sospetti finiscono anche la cestista Elena Delle Donne e le sorelle Serena e Venus Williams, colonne del tennis americano.    

"Serena Williams, miglior tennista del pianeta, sta assumendo ossicodone, idromorfone (oppioidi), prednisone, prednisolone e metilprednisolone. Sua sorella Venus Williams è solita assumere prednisone, prednisolone, triamcinolone e formoterol". L'uso delle sostanze, autorizzato per uso terapeutico, non comporta irregolarità. Per gli hacker, però, non sembra essere così. "Dopo l'analisi dettagliata dei database hackerati abbiamo evidenziato che decine di atleti americani sono risultati positivi".  

"I medagliati di Rio - è l'accusa - hanno regolarmente usato potenti sostanze illecite giustificate dall'esenzione terapeutica. In altre parole, hanno avuto l'autorizzazione a doparsi. Questa è un'altra prova della corruzione della Wada e del Dipartimento medico scientifico del Cio". Secondo il gruppo hacker "questa è solo la punta dell'iceberg. Lo sport di oggi è davvero contaminato mentre il mondo non è a conoscenza di un largo numero di atleti americani dopati".

In serata è arrivata la reazione dell'Usada, l'agenzia antidoping statunitense, che difende gli atleti olimpici americani spiegando
che "non hanno fatto nulla di sbagliato e hanno sempre seguito le regole per ottenere il premesso ad usare medicine necessarie. L'azione dehli hacker russi - prosegue l'agenzia - è codarda e spregevole."
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