MONDO
La condanna anche da Francia, Germania, Gbr e Spagna
Dopo attentato kamikaze a Bengasi. L'appello di Italia e Usa: fermare la violenza in Libia
"Questi atti danneggiano gli sforzi dei libici che lavorano per costruire pace e stabilità nel Paese attraverso i negoziati guidati dall'Onu", si legge in una nota del dipartimento americano
"Grave violazione, a rischio il processo politico"
"Condividiamo la valutazione dell'Onu", sottolineano i governi dei sei Paesi, "che questi attacchi costituiscono una grave violazione degli impegni pubblici ad astenersi da azioni che possano pregiudicare il processo politico. Non può esserci una soluzione militare ai problemi della Libia".
"Si continui a dialogare"
Nel comunicato si esortano tutte le parti libiche a partecipare costruttivamente al dialogo guidato dall'inviato dell'Onu, Bernardino Leon, per raggiungere rapidamente "un cessate il fuoco sostenibile e un governo di unità nazionale".
La condanna della Farnesina
Nella nota che è stata diffusa anche dalla Farnesina, si "condannano fermamente tutti gli atti di violenza in Libia, compreso l'attacco che ha avuto luogo il 3 febbraio, da parte di forze operanti nell'ambito dell'Operazione 'Alshuruq' nell'area della cosiddetta 'mezzaluna petrolifera'".
"Preoccupati da presenza di terroristi"
I sei Paesi si dicono "incoraggiati dai progressi" compiuti nei negoziati di pace e fanno "appello a tutte le parti interessate affinché rafforzino il loro impegno in questo processo, che è cruciale per il futuro della Libia". "Gli unici soggetti che in ultima analisi beneficiano della prosecuzione dei combattimenti presso i terminali e le città petrolifere della Libia sono i terroristi", si avverte nel comunicato, "siamo preoccupati dalla crescente presenza di organizzazioni terroristiche in Libia, dagli attacchi al Corinthia della settimana scorsa e da quelli al campo petrolifero di Mabrook nel corso di questa settimana".
Il nodo petrolio
"Continuiamo ad essere profondamente preoccupati per l'impatto economico della crisi politica e di sicurezza sul futuro della Libia e sulla sua prosperita'", si insiste nel comunicato, "alla luce della ridotta produzione di petrolio e del livello dei prezzi, la Libia deve affrontare un deficit di bilancio che ha il potenziale di consumare tutte le sue disponibilità finanziarie, se la situazione non dovesse stabilizzarsi. Queste sfide possono essere affrontate solo attraverso il dialogo politico che può facilitare modalità per affrontare questa crisi e proteggere le istituzioni governative indipendenti, il cui ruolo è di salvaguardare le risorse della Libia, per il bene di tutti i suoi cittadini".