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MONDO

Gli operai dopo il lavoro non sono tornati al cantiere

Media libici: i due italiani scomparsi sono stati rapiti

Sono stati presi da un gruppo armato che li ha costretti a scendere dal loro furgone e a salire su un altro veicolo nei pressi del villaggio Martuba, tra le città di Derna e Tobruk. Lo afferma l'agenzia Lana citando il racconto dell'autista che era con i due italiani. Francesco Scalise, 62 anni, e Luciano Gallo, 48 anni, entrambi calabresi, si trovavano nel paese nordafricano da cinque mesi. Lavorano per una ditta che si occupa di grandi opere pubbliche

Derna
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Libia Due operai edili, Francesco Scalise e Luciano Gallo, sono scomparsi da ieri mentre erano in Libia, nella zona della località Derna della Cirenaica. Si apprende dall'agenzia libica Lana che i due operai sono stati rapiti da un gruppo armato che li ha costretti a scendere dal loro furgone e a salire su un altro veicolo nei pressi del villaggio Martuba, tra le città di Derna e Tobruk. A rivelare queste informazioni è stato l'autista dei due operai.

I due operai, residenti rispettivamente a Pianopoli e Feroleto Antico, due comuni della provincia di Catanzaro, si trovano nel Paese nordafricano da cinque mesi per eseguire dei lavori con una società edile che si occupa di grandi opere pubbliche.

La dinamica del rapimento
Ieri mattina Francesco Scalise, 62 anni, e Luciano Gallo, 48 anni, sono usciti con il loro furgone per eseguire dei lavori e non hanno fatto più rientro al cantiere. Il furgone con gli attrezzi da lavoro utilizzato dai due operai è stato trovato abbandonato in una zona isolata. Il ritrovamento è stato effettuato da alcuni operai della General World di Crotone, l'impresa edile per la quale lavorano Francesco Scalise e Luciano Gallo. 

Attivate Farnesina e ambasciata italiana a Tripoli 
Alla base si trova il fratello di uno dei due, Luciano Scalise. E' stato lui a dare l'allarme
rivolgendosi all'ambasciata italiana a Tripoli. La prefettura di Catanzaro ha informato immediatamente la Farnesina e a confermare la scomparsa anche il console
italiano a Bengasi Federico Ciattaglia. "Stiamo facendo tutti gli accertamenti possibili per chiarire la situazione" ha detto il console aggiungendo che la zona della località Derna è "ad alto rischio. Sappiamo che in quella zona la situazione è molto difficile e lo abbiamo segnalato. Ci rendiamo conto che molte aziende hanno fatto scelte coraggiose ad operare in quella zona della Cirenaica che è ad alto rischio. Siamo facendo tutto il possibile". Anche dalla Farnesina è arrivata la conferma che "sono irreperibili" da ieri due operai edili calabresi che lavorano in Libia. 

La preoccupazione dei familiari
Attimi di apprensione stanno vivendo i familiari che hanno preferito non rilasciare dichiarazioni limitandosi a sostenere che "è stato informato il Ministero degli Esteri. Noi non possiamo dire nulla". Gianluca Cuda, il sindaco di Pianopoli, comune dove risiede Francesco Scalise, è intervenuto sulla vicenda: "Siamo preoccupati, ma ho parlato con i familiari di Francesco e mi hanno evidenziato quanto sia prematuro rendere in considerazione possibili sequestri o situazioni simili. - aveva detto qualche ora prima della notizia del rapimento - E' saggio attendere, ci auguriamo possa andare tutto bene". Il primo cittadino ha raccontato di avere visto Scalise a Natale: "E' ritornato per trascorrere qualche giorno di festa con i parenti. Mi ha parlato di quella che ha definito 'una nuova avventura', considerato che a 63 anni è dovuto partire nuovamente per lavorare all'estero. Mi ha parlato della sua esperienza in Libia con entusiasmo ed in maniera positiva, anche se sapeva che la situazione era difficile".

Scalise è sposato e padre di due figlie ed aveva già lavorato in Libia in passato. Vicino ai familiari della famiglia di Luciano Gallo anche il sindaco di Feroleto Antico, Pietro Fazio: "E' partito per la Libia il 9 gennaio scorso, ed era la prima volta che andava a lavorare lì. Ho appena incontrato la famiglia di Luciano, la moglie è stata avvertita questa mattina
direttamente dalla Farnesina. C'è preoccupazione, non resta che attendere. Faremo tutto quello che è necessario per stare vicini ai familiari di Luciano. Tutta la comunità di Feroleto Antico è vicina a queste persone che attendono di rivedere al più presto il loro congiunto".

L'intervento delle istituzioni locali
"Non ho parole per esprimere ciò che stiamo vivendo insieme alle famiglie di
Francesco e Luciano. E' inaccettabile il fatto che due padri di famiglia, dedicati al lavoro, siano a rischio di vita in un paese stremato dalla guerra civile. Che ritornino a casa,
liberi, salvi e restituiti all'affetto dei loro cari, questa e' l'unica conclusione che attendiamo con ansia, per questa vicenda". Con queste parole il vescovo di Lamezia Terme, monsignor Luigi Antonio Cantafora, è intervenuto in merito alla sconparsa, da ieri in
Libia, dei due operai Francesco Scalise e Luiano Gallo. "Purtroppo - aggiunge - la Calabria continua ad essere una terra di emigrazione. Il dramma che stiamo vivendo, in attesa
di notizie di Francesco e Luciano, dice la gravità della situazione sociale e lavorativa di questa regione che non dà pane ai suoi figli. Seguiamo con apprensione lo sviluppo della
situazione, mentre la nostra Chiesa, che domani celebra la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato - conclude il vescovo di Lamezia Terme - non smette di pregare per questi suoi due figli". 

Solidarietà anche dal presidente del Consiglio regionale calabrese Francesco Talarico: "Colpisce apprendere che due padri di famiglia andati in Libia per lavoro stiano
vivendo un'esperienza imprevista e così umanamente difficile. Esprimo, a nome mio e dell'Assemblea legislativa regionale che rappresento, alle famiglie di Francesco Scalise e Luciano Gallo vicinanza e solidarietà. Faremo di tutto perché l'attenzione su questa vicenda sia massima e affinché Francesco e Luciano tornino al più presto ai loro affetti più cari". 
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