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ECONOMIA

Riduce il gap tra Italia e media europea

Confcommercio vara il "Pil equilibrato": aiuterà una crescita più virtuosa

Tiene conto di fattori indesiderabili: include emissioni CO2, mortalità e costi povertà assoluta. 520 euro a testa da scartare

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Confcommercio lancia il "Pil equilibrato" per una crescita che pesi il portafoglio, ma anche la qualità della vita. All'indice tradizionale sono sottratti 3 "fattori di penalizzazione": inquinamento, povertà, incidenti su strada e lavoro. Il trend su 6 Paesi, considerando un decennio, fino al 2014, mostra "una dinamica" per il Pil equilibrato "migliore" di quella del Pil classico. Per l'Italia risulta "una minore riduzione cumulata" (-4,4% contro -5,7%), con costo pro capite, per una ricchezza "equilibrata", di 520 euro.

Il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, spiega che è solo "un primo tentativo di costruzione del Pil equilibrato". Non si tratta di mettere in discussione il Pil tradizionale, ma si vuole porre l'attenzione su variabili che producono effetti non desiderabili e, qui la differenza, poterle monitorare, così da dare indicazioni utile anche a chi deve prendere decisioni sulle politiche economiche e sociali. Certo, sottolinea Bella, "siamo tutti bravi a non produrre niente di Pil e azzerare incidenti o emissioni. Quello che ci interessa è una produzione buona". Nei 6 Paesi considerati (Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna, Regno Unito) Confcommercio stima che "nel 2014 l'ammontare di risorse monetarie da dedurre dal Pil al fine di compensare le esternalità prodotte - emissioni di CO2, variazione dei poveri assoluti e indicenti su strada e lavoro - è di quasi 194 miliardi di euro". E, aggiunge, "per la sola Italia i costi esterni valgono 33 miliardi di euro". Nel confronto tra Paesi, evidenzia Bella, "la nostra povera Italia ne esce benino, o meno peggio". Lo scarto a vantaggio del Pil equilibrato in Italia è infatti dell'1,3% (fa meglio solo la Spagna, con 1,9%). La Germania, ad esempio, un divario più basso, pari allo 0,8%, perché, dice il direttore dell'Ufficio studi della Confcommercio, "la Germania ha ridotto le emissioni di anidride carbonica di una quantità irrisoria". Insomma, rimarca, "ciò dimostra che si può crescere con delle traiettorie diverse".

Potere produrre un Pil equilibrato, al posto del Pil convenzionale, ha un costo: 523 euro per l'Italia, 581 nella media dei 6 Paesi analizzati, con un picco per la Germania (744 euro). E' un onere che però corrisponde a una 'cattiva produzione', che frutta moneta ma non progresso. Quello che più conta tuttavia, tiene a precisare Bella, "è potere misurare gli obiettivi, creando consapevolezza sull'opinione pubblica". Si tratta di riunione i tanti tavoli sparsi (povertà, inquinamento, salute) per avere una visione più ampia. Considerando che, fa presente Confcommercio, quello elaborato fin qui è un punto di inizio, si è partiti da "fattori penalizzanti" per cui esistono dati e riconoscimento internazionale, ma lo spettro si più allargare.
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