MONDO
La pratica è vietata per legge dal 2008
Egitto, mutilazioni genitali femminili: per la prima volta un medico a processo
Il medico, Raslan Fadl, nel giugno scorso avrebbe causato la morte di una studentessa di 13 anni, mentre le praticava l'intervento. Il processo vede inoltre imputato come complice il padre della giovane vittima
Egitto
Non era mai accaduto in precedenza: si è aperto oggi in Egitto il primo processo a carico di un medico, Raslan Fadl, che nel giugno scorso avrebbe causato la morte di una studentessa di 13 anni, Sohair al-Bata'a, mentre le praticava un intervento di mutilazione genitale femminile. Una pratica illegale dal 2008 in Egitto, ma largamente accettata. Il processo vede inoltre imputato come complice il padre della giovane vittima. Secondo gli attivisti si tratta di un passo in avanti per sradicare la pratica, ancora molto diffusa soprattutto nelle zone rurali e, secondo la polizia, impossibile da vietare.
Fadl, che ha sempre negato le accuse a suo carico, ha spiegato che Sohair è morta per una reazione allergica alla penicillina. "Quale circoncisione? Non c'è stata alcuna circoncisione. E' tutto un complotto di questi cani" ha detto il medico accusando gli attivisti per i diritti umani.
La nonna della vittima ha ammesso che c'è stato un intervento di mutilazione genitale, anche se ha contestato la decisione di portare il caso in tribunale.
I dati Unicef sulla mutilazione genitale femminile in Egitto
Secondo l'Unicef, il 91% delle donne sposate in Egitto di età compresa tra i 15 e i 49 anni è stato sottoposto a un intervento di mutilazione genitale femminile. Il 72% di queste sono state operate da medici, anche se la pratica è illegale in Egitto dal 2008. La ricerca condotta dall'Unicef dimostra inoltre che è in calo il ricorso alla pratica, con il 63% delle donne nel 2008 contro l'82% nel 1995. Ma nelle zone rurali, dove è anche inferiore il livello di istruzione, la popolazione locale sostiene ancora le mutilazioni genitali femminili, che si ritiene preservino le donne dall'adulterio.
Fadl, che ha sempre negato le accuse a suo carico, ha spiegato che Sohair è morta per una reazione allergica alla penicillina. "Quale circoncisione? Non c'è stata alcuna circoncisione. E' tutto un complotto di questi cani" ha detto il medico accusando gli attivisti per i diritti umani.
La nonna della vittima ha ammesso che c'è stato un intervento di mutilazione genitale, anche se ha contestato la decisione di portare il caso in tribunale.
I dati Unicef sulla mutilazione genitale femminile in Egitto
Secondo l'Unicef, il 91% delle donne sposate in Egitto di età compresa tra i 15 e i 49 anni è stato sottoposto a un intervento di mutilazione genitale femminile. Il 72% di queste sono state operate da medici, anche se la pratica è illegale in Egitto dal 2008. La ricerca condotta dall'Unicef dimostra inoltre che è in calo il ricorso alla pratica, con il 63% delle donne nel 2008 contro l'82% nel 1995. Ma nelle zone rurali, dove è anche inferiore il livello di istruzione, la popolazione locale sostiene ancora le mutilazioni genitali femminili, che si ritiene preservino le donne dall'adulterio.