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MONDO

Seggi aperti

Presidenziali in Algeria, 23 milioni di persone al voto. Bouteflika resta il favorito

Il presidente del Fln, 77 anni, è in vantaggio anche se è sempre più contestato dalle opposizioni ed è apparso in campagna elettorale solo sui maxischermi e nei grandi cartelloni pubblicitari perché malato da tempo

Abdelaziz Bouteflika
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Roma Quasi 23 milioni di algerini sono chiamati alle urne per scegliere il nuovo presidente della Repubblica. Un passaggio cruciale nella storia recente del Paese che segue il clima di tensione e polemiche che ha fatto da cornice alle tre settimane di una campagna elettorale caratterizzata dalla mancanza di fiducia dei cittadini in una classe politica ritenuta inadeguata a imprimere una svolta in una nazione che appare cristallizzata e immobile, pur in un contesto regionale attraversato da grandi cambiamenti.

Il favorito è ancora una volta Abdelaziz Bouteflika
Questo spiega perché i sei candidati alle elezioni - a partire dal grande favorito, il presidente uscente Abdelaziz Bouteflika - hanno faticato oltremodo a riempire le piazze in occasione di comizi politici accolti dal sostanziale disinteresse degli elettori. E spiega altresì perché negli ultimi mesi il dibattito politico in Algeria sia stato infiammato da argomenti che solo qualche tempo fa non avrebbero trovato spazio sulle pagine dei giornali locali.  

Bouteflika
Le elezioni sembrano dunque configurarsi come una sorta di referendum sulla figura di Bouteflika, al potere ininterrottamente dal 1999. A 77 anni, il capo dello Stato algerino non appare nelle migliori condizioni di salute possibili, in particolare dopo l'ictus che lo ha colpito solo un anno fa e che lo ha costretto a ricoverarsi in Francia. Al punto che, paradossalmente, Bouteflika è stato il grande assente della campagna elettorale conclusasi domenica sera 14 aprile. A tenere il comizio conclusivo è stato Abdelmalek Sellal, che nei mesi scorsi ha abbandonato la guida del governo per assumere quella dello staff elettorale del presidente uscente. L'ex premier, nelle ultime settimane, ha ripetuto che Bouteflika "manterrà le sue promesse" ed è "l'unico uomo in grado di garantire la stabilità del paese".   

Il rivale  Ali Benflis
Principale rivale di Bouteflika l'ex premier Ali Benflis, che ha più volte accusato il presidente di aver "instaurato un clima di violenza". Dieci anni dopo essere stato alleato del capo dello Stato, Benflis è tornato sulla scena politica presentandosi come fattore di novità (a dispetto dell'età di 69 anni) e riuscendo a essere tra i pochi candidati a destare l'interesse degli elettori. "Non si può nascondere un regime corrotto se si vuole lavorare per la stabilità del paese", ha detto l'ex premier al termine della sua campagna elettorale, annunciando di voler denunciare "qualunque tentativo di falsificare i risultati delle elezioni". 

I partiti di ispirazione islamista
In questo contesto, un ruolo non marginale nello sfruttare il malcontento dei "disillusi" potrebbe essere giocato dai partiti d'ispirazione islamista, che non a caso hanno deciso di boicottare le elezioni presidenziali.

Il movimento "Barakat!"
Alla "coalizione dei boicottatori" si è aggiunta nelle scorse settimane una novità politica di questa tornata elettorale, il movimento "Barakat!" ("Basta!"), nato negli ambienti universitari di Algeri con il solo e dichiarato scopo di opporsi al quarto mandato di Bouteflika. A margine, c'è il problema del jihadismo, che nonostante il complessivo indebolimento negli ultimi anni di al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) resta assai attivo in Algeria e pronto a colpire gli interessi vitali del paese e degli occidentali.

Elezioni già iniziate tra le popolazioni nomadi
Le elezioni algerine intanto sono già iniziate tra le popolazioni nomadi delle province di Ouargla, Illizi, Tamanrasset e Tindouf, in tutto 90 mila elettori, che hanno votato lunedì in 167 seggi mobili, mentre il resto degli aventi diritto potrà esprimere la sua preferenza in altri 50 mila seggi dalle 8 alle 19 di giovedì 17 aprile, in conformità alla legge elettorale. Per consentire a tutti gli elettori di votare, i governatorati potranno decidere di estendere l'orario di apertura dei seggi in alcuni comuni o province, previa autorizzazione del ministero dell'Interno e delle autorità locali.    

Un paese blindato
Intanto il paese è stato letteralmente 'blindato' per l'appuntamento elettorale: sono stati dispiegati 186 mila agenti di polizia e delle forze di sicurezza in tutte le province del paese, al fine di garantire il regolare svolgimento del voto. Gli agenti presteranno servizio 24 ore su 24. Per il corretto svolgimento delle elezioni sono state disposte rigide misure di sicurezza. Oltre 500 osservatori di Lega araba, Unione africana, Organizzazione per la cooperazione islamica, Unione europea e Nazioni Unite monitoreranno il processo di voto. Seguiranno le elezioni anche due organismi locali, la Commissione nazionale per il monitoraggio delle elezioni (Cnisel), formata dai rappresentanti dei partiti politici e dei candidati indipendenti, e la Commissione nazionale per la supervisione delle elezioni (Cnesel), composta esclusivamente da magistrati. In tutto sono sei i candidati ammessi, tra di essi vi è il presidente attuale Abdelaziz Bouteflika, in lizza per un quarto mandato.
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