ITALIA
Dopo la sentenza della Cassazione
Eternit, a Casale Monferrato in 3mila per la fiaccolata silenziosa
Non solo i parenti delle vittime di amianto, ma anche sindaci, associazioni, hanno sfilato in corteo contro la sentenza che ha annullato la condanna, per prescrizione, nei confronti del magnate svizzero Schmidheiny. Chiamparino: "Daremo giustizia alle vittime di amianto e ai loro familiari". Lo storico leader della lotta, Bruno Pesce: "La battaglia non finisce qui"
Casale Monferrato (Al)
Casale "non è 'la città dell'amianto', ma della lotta, della riscossa dall'amianto". E' ancora tanta la rabbia nella comunità che ha pagato il prezzo più alto, in vite umane e dolore, dopo la sentenza della Cassazione che ha dichiarato prescritto il reato per le morti e malattie causate dall'esposizione alle micidiali fibre e quindi ha annullato la condanna in secondo grado a 18 anni nei confronti del magnate svizzero Stephan Schmidheiny.
La fiaccolata silenziosa
Ma nessuno vuole mollare. In serata a Casale - la città era listata a lutto - si è svolta una fiaccolata silenziosa a cui hanno partecipato all'incirca 3mila persone, centinaia di familiari delle vittime di amianto, decine di sindaci con la fascia tricolore - primo tra tutti quello di Casale Titti Palazzetti - rappresentanti di dieci associazioni di altri Paesi extraeuopei, il presidente della Regione Piemonte Chiamparino e la presidente della Provincia di Alessandria, Maria Rita Rossa. Ma soprattutto gli storici leader della lotta, tra cui Bruno Pesce su tutti, il sindacalista il cui volto questa sera, forse per la prima volta in tanti anni, si è marcato di lacrime. Nel corso dell'assemblea cittadina convocata prima della fiaccolata, alle sue parole rotte dal pianto ha fatto seguito un lungo applauso e l'abbraccio di una città che resiste.
"La sentenza Eternit - ha detto Pesce dal palco - viola i principi fondamentali dei diritti umani", ma la "battaglia non finisce qui, intraprenderemo tutte le lotte possibili in ogni parte del mondo". Una promessa a cui fanno eco le parole di Romana Balsotti Pavesi, presidente dell'Afeva (Associazione familiari vittime amianto), che a causa della sostanza killer ha perso cinque cari, tra cui figlia e marito. "Non riesco a sentire che abbiamo perso", ha affermato, aggiungendo: "Andando a Roma avevo tanta paura, ma quel criminale di Stephan Schmidheiny non ha vinto completamente, non vincerà mai. Lo svizzero non potrà mai venire da noi a dire di essere innocente. Noi con il processo di Torino abbiamo veramente sconvolto il mondo". E' forte, quindi, la richiesta di un aiuto dello Stato, in denaro, per sostenere la bonifica ("per farla completa - dice il sindaco Titti Palazzetti - servono 100 milioni"), la ricerca, per dare risarcimenti alle famiglie; ma anche di un aiuto in riforme, per "accelerare la giustizia, per avere finalmente articoli del codice penale chiari e aggiornati sui reati di disastro ambientale".
Chiamparino: "Lotteremo per dare alle vittime e ai loro familiari giustizia"
"La Regione è a disposizione, lavoreremo insieme - ha detto il presidente del Piemonte Chiamparino - con l'obiettivo, costi quel che costi, di dare alle vittime ed ai loro familiari quella giustizia di cui hanno diritto. Perché la sentenza della Cassazione - ha aggiunto - ci ha fatto un po' vergognare di essere cittadini italiani. Ma dopo un minuto ci si riprende perché per fortuna l'immagine degli italiani non è quella di quei giudici ma dei cittadini come voi - ha detto, rivolgendosi alle centinaia di persone - dei sindaci che sono qui con la fascia tricolore, a lottare anche loro". Martedì - ha annunciato - il sindaco Palazzetti sarà a Roma per incontrare la presidente della Camera Laura Boldrini. "Ma abbiamo chiesto un incontro anche a Renzi: Roma non può lasciare Casale sola, abbiamo bisogno di sostegno. Sono stati sbloccati 15 milioni di euro ed un altro l'ha stanziato proprio ieri il ministero dell'Ambiente, ma per completare la bonifica ne servono ancora 60. E per i risarcimenti alle famiglie chiediamo che vengano attinti dai Fondi europei per la coesione sociale". La lotta "non finisce qui - promette il coordinamento internazionale delle associazioni dei familiari e delle vittime dell'amianto - intraprenderemo tutte le azioni legali e di mobilitazione sociale possibili, in tutto il mondo, compreso qualunque caso contro l'Eternit, come il processo a Stephan Schmidheiny per omicidio volontario che verrà celebrato prossimamente a Torino (il cosiddetto 'Eternit bis', ndr)".
La fiaccolata silenziosa
Ma nessuno vuole mollare. In serata a Casale - la città era listata a lutto - si è svolta una fiaccolata silenziosa a cui hanno partecipato all'incirca 3mila persone, centinaia di familiari delle vittime di amianto, decine di sindaci con la fascia tricolore - primo tra tutti quello di Casale Titti Palazzetti - rappresentanti di dieci associazioni di altri Paesi extraeuopei, il presidente della Regione Piemonte Chiamparino e la presidente della Provincia di Alessandria, Maria Rita Rossa. Ma soprattutto gli storici leader della lotta, tra cui Bruno Pesce su tutti, il sindacalista il cui volto questa sera, forse per la prima volta in tanti anni, si è marcato di lacrime. Nel corso dell'assemblea cittadina convocata prima della fiaccolata, alle sue parole rotte dal pianto ha fatto seguito un lungo applauso e l'abbraccio di una città che resiste.
"La sentenza Eternit - ha detto Pesce dal palco - viola i principi fondamentali dei diritti umani", ma la "battaglia non finisce qui, intraprenderemo tutte le lotte possibili in ogni parte del mondo". Una promessa a cui fanno eco le parole di Romana Balsotti Pavesi, presidente dell'Afeva (Associazione familiari vittime amianto), che a causa della sostanza killer ha perso cinque cari, tra cui figlia e marito. "Non riesco a sentire che abbiamo perso", ha affermato, aggiungendo: "Andando a Roma avevo tanta paura, ma quel criminale di Stephan Schmidheiny non ha vinto completamente, non vincerà mai. Lo svizzero non potrà mai venire da noi a dire di essere innocente. Noi con il processo di Torino abbiamo veramente sconvolto il mondo". E' forte, quindi, la richiesta di un aiuto dello Stato, in denaro, per sostenere la bonifica ("per farla completa - dice il sindaco Titti Palazzetti - servono 100 milioni"), la ricerca, per dare risarcimenti alle famiglie; ma anche di un aiuto in riforme, per "accelerare la giustizia, per avere finalmente articoli del codice penale chiari e aggiornati sui reati di disastro ambientale".
Chiamparino: "Lotteremo per dare alle vittime e ai loro familiari giustizia"
"La Regione è a disposizione, lavoreremo insieme - ha detto il presidente del Piemonte Chiamparino - con l'obiettivo, costi quel che costi, di dare alle vittime ed ai loro familiari quella giustizia di cui hanno diritto. Perché la sentenza della Cassazione - ha aggiunto - ci ha fatto un po' vergognare di essere cittadini italiani. Ma dopo un minuto ci si riprende perché per fortuna l'immagine degli italiani non è quella di quei giudici ma dei cittadini come voi - ha detto, rivolgendosi alle centinaia di persone - dei sindaci che sono qui con la fascia tricolore, a lottare anche loro". Martedì - ha annunciato - il sindaco Palazzetti sarà a Roma per incontrare la presidente della Camera Laura Boldrini. "Ma abbiamo chiesto un incontro anche a Renzi: Roma non può lasciare Casale sola, abbiamo bisogno di sostegno. Sono stati sbloccati 15 milioni di euro ed un altro l'ha stanziato proprio ieri il ministero dell'Ambiente, ma per completare la bonifica ne servono ancora 60. E per i risarcimenti alle famiglie chiediamo che vengano attinti dai Fondi europei per la coesione sociale". La lotta "non finisce qui - promette il coordinamento internazionale delle associazioni dei familiari e delle vittime dell'amianto - intraprenderemo tutte le azioni legali e di mobilitazione sociale possibili, in tutto il mondo, compreso qualunque caso contro l'Eternit, come il processo a Stephan Schmidheiny per omicidio volontario che verrà celebrato prossimamente a Torino (il cosiddetto 'Eternit bis', ndr)".