ECONOMIA
Fmi: Italia più forte con il Pil a +1,3% ma restano rischi
Per l'Fmi, la ripresa in Italia proseguirà grazie a una politica di bilancio moderatamente espansiva, un politica monetaria eccezionalmente accomodante e i bassi prezzi delle materie prime ma l'istituto di Washington mette in guardia: "I rischi al ribasso sono significativi" e legati, tra l'altro, "alle fragilità finanziarie, alle incertezze politiche, a una possibile battuta d'arresto del processo di riforma" e "alla normalizzazione" del corso della politica monetaria. A pesare, secondo il Fondo, è anche "l'elevato" livello di debito pubblico che "lascia l'Italia esposta a shock" con margini ridotti di azione, "e al rischio di una dura e pro-ciclica correzione". Per rafforzare la crescita, l'Italia deve quindi portare avanti un piano di riforme strutturali "ambiziose e omnicomprensive", a partire dal completamento della legge sulla concorrenza e della modernizzazione delle pubblica amministrazione.
Nel mirino degli analisti del Fmi banche e fisco. Il Fondo invita ad accelerare il risanamento dei bilanci bancari e a ridurre in modo "realistico" e "tempestivo" il problema dei non perfoming loans (Npl), i crediti deteriorati. I piani di smaltimento delle sofferenze devono essere "ambiziosi e credibili", devono riguardare tutte le banche, comprese quelle minori, e la Vigilanza deve accompagnare con le proprie valutazioni gli istituti con una capacità di gestione interna più debole. Inoltre bisogna fare di più sul fronte del recupero crediti e allineare le procedure fallimentari alle migliori pratiche europee.
Capitolo fisco. L'Fmi torna a ribadire la necessità di spostare la tassazione sulle proprietà e il consumo, ridurre la pressione sui fattori produttivi e tagliare il cuneo fiscale. L'istituto di Washington chiede di accelerare la riforma del catasto e introdurre una moderna tassazione sugli immobili. Il Fondo propone anche di introdurre un salario minimo, possibilmente differenziato tra le regioni. E torna a puntare il dito contro la bassa produttività.
Sul fronte della spesa, pur riconoscendo gli sforzi compiuti, si sollecitano ulteriori passi. L'Fmi chiede, in particolare, di intervenire sulla spesa sanitaria e sugli gli alti livelli di spesa pensionistica "nel medio termine" per razionalizzare "gli eccessi" presenti, legati soprattutto ai "benefit generosi" delle vecchie generazioni. L'istituto di Washington ritiene che i parametri pensionistici "potrebbero anche essere rivisti e corretti, se necessario". Allo stesso tempo, osserva, bisognerebbe razionalizzare i programmi di protezione sociale e rafforzare le misure contro la povertà.