ECONOMIA
Fmi prepara documento per il G20
Fmi mette in guardia i ministri del G20: "l'economia mondiale è più vulnerabile"
Il Fmi lancia un alert sui rischi al ribasso che sono più elevati per la crescita delle turbolenze dei mercati che iniziano a farsi sentire sull'economia reale. Il segretario al Tesoro americano, Jack Lew, però, smorza l'allarme sostenendo che ''non c'è una crisi'' e quindi dal G20 ''non c'è da attendersi una risposta d'emergenza''
New York
Il Fmi, in un documento preparato per il G20 dei ministri finanziari e i governatori delle banche centrali in programma a Shanghai il 26 e 27 febbraio, lancia un alert sui rischi al ribasso che sono più elevati per la crescita delle turbolenze dei mercati che iniziano a farsi sentire sull'economia reale, con la ripresa globale che si indebolisce ulteriormente.
Il segretario al Tesoro americano, Jack Lew smorza l'allarme sostenendo che ''non c'è una crisi'' e quindi dal G20 ''non c'è da attendersi una risposta d'emergenza''. Lew ribadisce che gli Stati Uniti da soli non possono risolvere il problema della debole crescita globale e mette in evidenza come le svalutazioni competitive sono da evitare. Il rallentamento economico e le turbolenze dei mercati hanno spinto molti esperti a parlare di una possibile guerra delle valute.
A fronte di una situazione economica globale che sembra deteriorarsi, e che lascia intravedere la possibilità di una revisione al ribasso delle stime, il Fmi invita i leader del G20 a ''un'azione forte a sostegno della crescita e per contenere i rischi'', anche tramite la creazione di un nuovo meccanismo che contenga i rischi legati a shock non economici, quali la crisi dei rifugiati, il terrorismo e le epidemie globali.
Fra i rischi che pesano sull'economia ci sono le turbolenze finanziarie e la Cina, alla quale è necessario guardare con un occhio ''alla qualità della crescita, non solo alla quantità''.
''Il G20 deve prevedere un sostegno coordinato alla domanda usando lo spazio di bilancio disponibile per spingere gli investimenti pubblici e le riforme strutturali'' afferma il Fondo, sottolineando che in un contesto come quello attuale la politica monetaria deve restare accomodante. Il Fmi promuove il quantitative easing della Bce, ma ''con un'inflazione bassa, la Bce dovrà continuare a segnalare la forte volontà di usare tutti gli strumenti disponibili fino a che centrerà l'obiettivo della stabilità dei prezzi. Il QE dovrebbe essere sostenuto da un
più bilanciato mix di politiche, incluse quelle di bilancio e le riforme strutturali''.
La ripresa nell'area euro procede ''graduale, in parte sostenuta dai più bassi prezzi del petrolio e nonostante il rallentamento delle esportazioni. L'elevata disoccupazione e i bassi investimenti continuano a pesare sulla crescita''. E' necessario quindi andare avanti con le riforme strutturali. L'Europa, inoltre, deve agire anche sul fronte dei migranti, con azioni a sostegno della loro integrazione nella forza lavoro.
Il segretario al Tesoro americano, Jack Lew smorza l'allarme sostenendo che ''non c'è una crisi'' e quindi dal G20 ''non c'è da attendersi una risposta d'emergenza''. Lew ribadisce che gli Stati Uniti da soli non possono risolvere il problema della debole crescita globale e mette in evidenza come le svalutazioni competitive sono da evitare. Il rallentamento economico e le turbolenze dei mercati hanno spinto molti esperti a parlare di una possibile guerra delle valute.
A fronte di una situazione economica globale che sembra deteriorarsi, e che lascia intravedere la possibilità di una revisione al ribasso delle stime, il Fmi invita i leader del G20 a ''un'azione forte a sostegno della crescita e per contenere i rischi'', anche tramite la creazione di un nuovo meccanismo che contenga i rischi legati a shock non economici, quali la crisi dei rifugiati, il terrorismo e le epidemie globali.
Fra i rischi che pesano sull'economia ci sono le turbolenze finanziarie e la Cina, alla quale è necessario guardare con un occhio ''alla qualità della crescita, non solo alla quantità''.
''Il G20 deve prevedere un sostegno coordinato alla domanda usando lo spazio di bilancio disponibile per spingere gli investimenti pubblici e le riforme strutturali'' afferma il Fondo, sottolineando che in un contesto come quello attuale la politica monetaria deve restare accomodante. Il Fmi promuove il quantitative easing della Bce, ma ''con un'inflazione bassa, la Bce dovrà continuare a segnalare la forte volontà di usare tutti gli strumenti disponibili fino a che centrerà l'obiettivo della stabilità dei prezzi. Il QE dovrebbe essere sostenuto da un
più bilanciato mix di politiche, incluse quelle di bilancio e le riforme strutturali''.
La ripresa nell'area euro procede ''graduale, in parte sostenuta dai più bassi prezzi del petrolio e nonostante il rallentamento delle esportazioni. L'elevata disoccupazione e i bassi investimenti continuano a pesare sulla crescita''. E' necessario quindi andare avanti con le riforme strutturali. L'Europa, inoltre, deve agire anche sul fronte dei migranti, con azioni a sostegno della loro integrazione nella forza lavoro.