MONDO
Gli studi
Fotografia dell'Isis: entrate per 80 milioni al mese e foreign fighters triplicati
Il numero dei combattenti stranieri, aumentato di 3 volte negli ultimi 18 mesi, arrivato a quasi 30 mila. Il 43% degli introiti dalla vendita del petrolio
Le entrate
"A differenza di Al Qaida, l'Isis non dipende dal denaro dei donatori stranieri", afferma Columb Strack, della società di analisi IHS, quotata alla Borsa di New York, sottolineando appunto che l'organizzazione jihadista beneficia ormai di entrate mensili per 80 milioni di dollari. Di queste, il 50% proviene dalle tasse sui servizi e sulle attività commerciali, agricole e industriali - su cui viene imposta un'aliquota secca del 20% - e il 43% dalla vendita di petrolio e gas dei giacimenti sotto il suo controllo in Siria e Iraq. Solo il restante 7% proviene da donazioni o attività criminali come il commercio di droga e antichità.
I foreign fighters
Oltre ad essere economicamente indipendente, l'organizzazione di Abu Bakr al Baghdadi può contare su un numero di reclute straniere che cresce in misura esponenziale. Il centro studi per la sicurezza Fouran Group, che fornisce consulenze a governi e organizzazioni multinazionali, afferma che è quasi triplicato il numero di foreign fighters arruolatisi nelle file dell'Isis in Siria negli ultimi 18 mesi, raggiungendo una cifra tra i 27.000 e i 30.000, di cui 5.000 provenienti dall'Europa. In uno studio precedente realizzato nel giugno del 2014, quando fu proclamato il Califfato, gli stranieri arruolati nello Stato islamico risultavano essere 12.000. I Paesi da cui provengono i foreign fighters sono ben 86. In testa è la Tunisia, con 6.000 reclute, a cui seguono l'Arabia Saudita con 2.500 e la Russia con 2.400. Inoltre, la media di coloro che provengono dall'Occidente e che in seguito decidono di rientrare nei loro Paesi si aggira tra il 20 e il 30 per cento, con i pericoli immaginabili per la sicurezza.