MONDO
I dati dell'istituto statistico ellenico
Grecia: nuovo record disoccupazione. A fine 2013 sale al 27,5%
Un incremento dell'1,3% rispetto al terzo trimestre del 2013 e del 5,2% rispetto all'anno prima. Secondo l'Ocse il Pil resterà negativo anche nel 2014. Riprendono oggi ad Atene le trattative con la Troika sull'attuazione del piano per il risanamento dell'economia
Disoccupazione in crescita
Continua dunque a salire il tasso di disoccupazione in Grecia. Nell'ultimo trimestre 2013 tocca quota 27,5%, con un incremento dell'1,3% rispetto al terzo trimestre del 2013 e del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2012, quando il numero di persone che avevano un lavoro era pari a 3.589.657, mentre i disoccupati erano 1.363.137. La disoccupazione tra le donne nel quarto trimestre del 2013 è risultata del 31,7%, sempre superiore a quella degli uomini (14,4%), mentre tra gli uomini dai 15 ai 24 anni il tasso si attesta al 57%, inferiore a quello relativo alle donne nella stessa fascia di età per il quale il tasso di disoccupazione ha toccato il picco del 62,5%.
Fmi, Ue e Bce ad Atene per il risanamento
Con un incontro fra il ministro delle Finanze greco Yannis Stournaras e i rappresentanti della troika sono riprese ad Atene le trattative sull'attuazione del piano per il risanamento dell'economia cominciate il 22 settembre scorso. Sul tavolo dei negoziati restano ancora da affrontare rilevanti questioni fra cui l'attuazione delle proposte dell'Ocse ritenute necessarie per il rafforzamento della competitività dell'economia nazionale, la redistribuzione di una parte dell'avanzo primario registrato nel bilancio 2013 alle famiglie maggiormente colpite dalla crisi, i licenziamenti e la mobilità dei dipendenti del settore pubblico e i problemi del settore privato tra cui la riduzione dei contributi previdenziali.
La situazione per il governo non è facile dopo l'esplicita richiesta dell'Eurogruppo di concludere quanto prima i negoziati. Da parte loro, i rappresentanti dei creditori continuano ad insistere su alcuni punti sui quali il governo non intende assolutamente fare passi indietro, tra cui appunto la distribuzione di parte dell'avanzo primario, tema sul quale il primo ministro Antonis Samaras si è impegnato in prima persona.