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MONDO

Convocato l'Eurosummit martedì. Dijsselbloem: "Risultato deplorevole"

Grecia, dopo il no il giorno della verità. Vertice Merkel Hollande. Varoufakis annuncia dimissioni

Tsipras: "Ora l'accordo, ma occorre ristrutturare il debito". Merkel e Hollande: "Rispettare il voto", ma il vicecancelliere tedesco Gabriel frena: "La Grecia ha rotto i ponti".  Varoufakis annuncia le dimissioni

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Il 'no' al piano dei creditori trionfa al referendum greco con il 61,31%, contro il 38,69% dei ottenuto dal 'sì'. Sono questi i dati definitivi diffusi dal ministero dell'Interno di Atene. I greci hanno prima votato (affluenza al 62,5%) e poi si sono riversati in piazza per festeggiare quella che il premier Alexis Tsipras ha definito "una vittoria della democrazia". E proprio il leader di Syriza, in un discorso alla nazione, parla di "scelta coraggiosa", dice "sì a nuovi negoziati", nega uno scontro con l'Europa e chiede la "ristrutturazione del debito". "Siamo sicuri che ce la faremo", chiosa il premier greco che annuncia la propria volontà di riaprire subito le banche.  
"Dobbiamo subito andare avanti - ha poi detto Tsipras al presidente della Repubblica Prokopis Pavlopoulos - Dobbiamo creare un forte fronte nazionale per ricercare una
soluzione immediata". 

Varoufakis annuncia le dimissioni
Nel frattempo il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, all'indomani del referendum, ha annunciato le sue dimissioni, motivando la decisione con la volontà di aiutare il premier Alexis Tsipras a raggiungere un accordo al tavolo dei negoziati. 

La risposta dell'Ue: Eurosummit martedì dopo il vertice Merkel Hollande
Sull'esito del referendum greco è arrivata una nota nella Commissione Ue - presieduta da Jean Claude Juncker - che dice testualmente: "Rispettiamo il voto". Stessa formula usata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese François Hollande che oggi si vedono a Parigi. Domani alle 18, il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk ha convocato un Eurosummit straordinario, chiesto proprio dal duo Merkel Hollande.

Fonti Palazzo Chigi, Renzi: "No formato Ue a due. Serve collegialità" 
E, a quanto si apprende da fonti del governo italiano, alla decisione di convocare il Consiglio dei capi di Stato e di governo non sarebbe stata estranea la spinta italiana per uscire dal format franco-tedesco. Il premier Matteo Renzi lo avrebbe detto chiaro e tondo a Francia e Germania: non serve un format a due, ma il coinvolgimento dei leader e delle istituzioni europee.

Conference call Juncker-Tusk-Draghi-Dijsselbloem 
Intanto in mattinata il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, il presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, il presidente della BCE, Mario Draghi e il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem terranno una conference call.

Il presidente dell'Eurogruppo Jerom Dijsselbloem: "Risultato deplorevole"
Proprio Dijsselbloem ha dichiarato: "Prendo atto del risultato del referendum greco, che è molto deplorevole per il futuro della Grecia. Per il risanamento dell'economia greca, sono inevitabili misure difficili e riforme. Ora aspetteremo le iniziative da parte delle autorità greche". 

Il vice-cancellierie tedesco: "Difficilmente immaginabili nuovi negoziati"
"Tsipras e il suo Governo stanno guidando la Grecia su un cammino senza speranza. Il premier greco ha buttato giù gli ultimi ponti per raggiungere un compromesso tra Grecia e Europa". Frena così su nuove trattative, il vicecancelliere tedesco, il socialdemocratico Sigmar Gabriel, che ritiene "dificilmente immaginabili" nuovi negoziati dopo la vittoria del no al referendum.

Londra: "Faremo il necessario per proteggere la nostra economia"
Intanto il governo britannico fa sapere che  farà "tutto il necessario per proteggere la sua sicurezza economica". Lo ha affermato un portavoce all'indomani della vittoria del 'No' nel refrendum greco. "E' un momento critico nella crisi economica in Grecia. Continueremo a fare tutto il necessario per proteggere la nostra sicurezza economica in questo momento di incertezza. Abbiamo già attivato piani di emergenza e in giornata il primo ministro presiederà un'altra riunione per rivedere questi piani alla luce del risultato di ieri", ha spiegato il portavoce.

L'attesa dei mercati. Il Mef parla di "volatilità" sostenibile
"Il voto in Grecia alimenterà volatilità sui mercati ma l'Eurozona è nelle condizioni di affrontare eventuali crisi di fiducia e l'Italia in particolare ha buoni motivi per avere fiducia". E' quanto indicano fonti del Mef dopo il voto in Grecia al referendum. E aggiungono: "al Governo italiano è sempre stato chiaro che la priorità per tutti i paesi è trovare le giuste misure per la crescita. Un problema più urgente per un paese come la Grecia che ha sofferto di più la recessione e ha un debito molto elevato". Anche molti gestori temono di vedere il "caos" sui mercati. Lo scrive Bloomberg che cita alcuni asset manager i cui fondi amministrano, complessivamente, 3.700 miliardi di dollari. "Il mercato non ha ancora 'prezzato' un potenziale no" afferma David Joy, Chief market strategist di Ameriprise Financial, gestore con asset per 815 miliardi di dollari. "Vedremo un altro round di volatilità al ribasso superiore a quello di lunedì. Il movimento sarebbe più violento". 

Il negoziatore Tasakatalos: "I creditori capiscano che la realtà è cambiata"
"I nostri creditori si devono render conto che la realtà è cambiata", dice subito uno dei principali negoziatori greci nelle trattative con la troika, Euclid Tsakalotos. Tsakalotos ha anche anticipato le linee-guida della strategia greca, che poggeranno sostanzialmente su due pilastri: il rapporto del Fondo Monetario Internazionale, che riconosce che il debito greco è insostenibile e che servono almeno 50 miliardi di euro per coprire le necessità finanziarie immediate; e un nuovo mandato per Atene, sostenuto dalla volontà del governo greco.

Borse asiatiche in calo
Con l'ipotesi di possibile uscita di Atene dall'Eurozona, la Borsa di Tokyo, prima in Asia tra le grandi piazze finanziarie ad aprire, ha avuto una brusca frenata dell'1,65% migliorata di pochi decimi di punto a metà seduta a -1,5% (le 12 locali, le 5 del mattino in Italia), in un contesto di estrema volatilità. Reazioni negative, in alcuni casi con parziali recuperi, a Sydney (-1,2%), a Seul (-0,94%), Taiwan (-0,45%), Singapore (-0,68%), Malaysia (-1,30%) e Hong Kong (-0,93%).  Vola invece la borsa cinese, sostenuta da una serie di musure governative.
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