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MONDO

Crisi economica

Grecia, sindacato denuncia: "Un lavoratore su 3 guadagna 300 euro al mese. E' colpa del part time"

Secondo uno studio dell'Istituto del Lavoro della Gsee (sindacato ellenico dei lavoratori del settore privato) il calo dei salari è colpa delle misure imposte dalla Troika. In particolare della diffusione dei contratti di lavoro part-time

Proteste in Grecia contro le misure di austerità decise dalla Troika
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Trecento euro al mese. Il costo di un affitto in una città italiana di seconda fascia. Solo che in Grecia corrisponde al salario medio di un lavoratore dipendente su 3 del settore privato. Lo riferisce il quotidiano greco "Ta Nea" in un ampio servizio nel quale sono pubblicati i risultati di uno studio dell'Istituto del Lavoro della Gsee (Ine-Gsee), sindacato ellenico che rappresenta i lavoratori del settore privato.

Secondo le stime di Savvas Rompolis, direttore dell'Istituto di ricerca, il nemico numero uno va ricercato nella diffusione dei lavori part-time, che coinvolgerebbe  500mila dipendenti del settore privato. Meno ore di lavoro e meno soldi: 440 euro lordi al netto delle imposte. Una tragedia greca in salsa moderna, frutto della crisi e dei suoi strascichi in campo economico. Lo studio, infatti, rileva che la diminuzione dei salari sarebbe figlia soprattutto delle misure che il governo di Atene ha adottato su richiesta della Troika (Ue, Bce e Fmi) e della flessibilità del mercato del lavoro. 

Dando un'occhiata ai numeri, nel 2014 il salario medio annuale in Grecia si aggira intorno  ai 21.930 euro annui (circa 1.827 euro lordi al mese), meno che in Slovenia (24.472) e Cipro (22.740). Cifre distanti anni luce da quelle della Francia (49.256 euro), Irlanda (44.377), Germania (38.964) e Spagna (34.584).
 
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