POLITICA
Malumori nel Movimento
Grillo-Pizzarotti, nuovo scontro su Provincia e Regione nel M5S di Parma
Il primo cittadino di Parma si accorda, contro il parere del leader, con il Pd per il governo della Provincia. E in vista delle regionali dalle primarie Grillo esclude Defranceschi, il miglior candidato secondo Pizzarotti
Il “caso” provincia e l’alleanza contestata
Nonostante l’espresso divieto di Grillo, il M5S di Parma ha raggiunto un accordo con Pd e centrodestra per eleggere un esponente democratico (o il sindaco di Fidenza o quello di Salsomaggiore) alla presidenza della Provincia di Parma. Federico Pizzarotti, in base all’accordo, sarà candidato come consigliere provinciale nella lista unitaria. Il listone trasversale raggrupperà tutti i sindaci del territorio dei vari schieramenti politici: Pd, M5S, centrodestra e liste civiche nelle elezioni nelle quali voteranno solo consiglieri comunali e sindaci. L’intesa è stata raggiunta fra i maggiori amministratori della realtà parmense, sindaco di Parma in primis.
Nei giorni scorsi, prima dell’indicazione di Beppe Grillo di non partecipare alle attività delle future province, era stato proprio Federico Pizzarotti ad indicare la strada della lista istituzionale unica. La proposta era stata inizialmente bocciata dal Pd che, a fronte comunque di una spaccatura interna, avrebbe alla fine accettato assieme alle altre realtà politiche del territorio.
Alla luce della ponderazione dei voti (che vede il Pd in vantaggio sul M5S nonostante il governo del Comune capoluogo) l'accordo prevederebbe la presenza del sindaco di Parma Federico Pizzarotti come semplice consigliere. Per la carica di presidente della provincia sono in lizza i sindaci Pd di Fidenza Andrea Massari e di Salsomaggiore Filippo Fritelli.
Beppe Grillo, dal suo blog, aveva dato un’indicazione categorica: “il M5S continuerà a non presentare le proprie candidature in un organo politico del quale auspica la soppressione. Non cediamo e non ci facciamo lusingare dalla prospettiva di acquisire poltrone o, addirittura, da eventuali vittorie in alcune elezioni provinciali”.
La difesa di Pizzarotti
"Non me la sento di dire ai miei cittadini che Parma, il Capoluogo di questa disastrata ma bellissima Provincia, non discute con le altre Istituzioni su come uscire dalla melma del debito, della crisi e del disastro ambientale. Non c'è nessun accordo definito, non c'è nessuna alleanza né un patto tra partiti. C'è un dialogo tra istituzioni che hanno il dovere di rispondere alle aspettative dei loro abitanti, ma nulla è ancora ufficiale". Pizzarotti lo scrive su Fb commentando le elezioni della Provincia.
"Leggo agenzie stampa – sottolinea Pizzarotti - che scrivono di un mio accordo con il Pd sulle Provinciali. A parte che su 46 sindaci del territorio solo io sono del MoVimento 5 Stelle mentre la maggioranza sono liste civiche (non è un dettaglio), ma è necessario ribattere a chi scrive ma non conosce: da oltre un mese e alla luce del sole come abbiamo più volte abbiamo ribadito, noi sindaci della Provincia - che rappresentiamo un territorio che domani non avrà nemmeno i soldi per spalare la neve sulle strade – stiamo discutendo di una riforma che non ci piace e che ci è stata calata sulla testa. E come dovrebbe fare ogni Istituzione che rappresenta le ansie, le aspettative e le speranze dei cittadini - per la precisione 400 mila abitanti - lo facciamo perché è un atto dovuto alla responsabilità: i poteri della Provincia riguardano l'ambiente, il territorio, la scuola pubblica e la mobilità". "E ai detrattori della responsabilità - scrive ancora su Fb - o a chi un giorno criticherà il sindaco di Parma perché dialoga con le altre istituzioni, rispondo che probabilmente loro non hanno né nel cuore né nella testa l'onore e l'onere di rappresentare 190 mila parmigiani, e a nessuno, se non a loro stessi, dovranno rendere conto. Rappresentare una Comunità così vasta vuol dire avere coscienza di rappresentare anche chi non mi ha votato e chi non la pensa come me. E questi cittadini, lo dico chiaro e tondo, non sono meno cittadini degli altri".
Le regionali e il candidato non-candidato
Si era candidato, ma non è stato accettato in lista. Il capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle Andrea Defranceschi è stato escluso dalle primarie on line che si sono aperte stamattina per la scelta di chi correrà in Regione alle elezioni del dopo Errani. Un'esclusione che ha provocato una valanga di polemiche all'interno degli stessi 5 Stelle emiliano-romagnoli, culminata nella decisione - annunciata dalsindaco di Parma Pizzarotti e dai deputati Giulia Sarti, Mara Mucci e Paolo Bernini - di boicottare la prossima campagna elettorale regionale. All'annuncio, apparso sotto forma di appello, hanno aderito anche l'intero gruppo consiliare grillino di Parma, e altri esponenti del Movimento di Piacenza, Ravenna e alcuni comuni del bolognese.
Defranceschi risulta indagato nell'inchiesta "spese pazze" in Regione, dunque sta fuori secondo la regola che vieta di candidarsi alle regionali non solo ai condannati, ma anche agli indagati. Una norma “infilata” tra i requisiti per partecipare alle primarie contestata all'interno dello stesso movimento, perchè c'è chi l'ha letta come una regola "ad personam", come il tentativo di escludere lo stesso Defranceschi. Tra questi, Federico Pizzarotti, che già nei giorni scorsi aveva protestato: "Un conto è essere indagato, un conto è essere all'interno di un processo. Visto il valore dimostrato in questi cinque anni non possiamo perderlo per una norma uscita adesso", la presa di posizione del sindaco di Parma nei giorni scorsi.