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MONDO

Lo scontro

Dazi, Trump vuole aumentarli ma è pronto a negoziare. La Cina: per ora trattativa impossibile

Il Presidente Usa parla di un incremento da 100 miliardi, che triplicherebbe i prodotti ai quali si applica la tariffa al 25%, il Segretario al Tesoro: "disposti a negoziare", i cinesi: "non a queste condizioni"

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Nuova puntata della guerra commerciale che contrappone Stati Uniti e Cina. Stando a una nota diffusa dalla Casa Bianca, il presidente americano Donald Trump starebbe considerando l’ipotesi di imporre dazi per altri 100 miliardi di dollari sulle importazioni provenienti da Pechino. La mossa triplicherebbe la quantità di merci cinesi colpite dalla tariffa del 25% quando entreranno nel territorio statunitense, e verrebbe adottata, secondo le parole attribuite allo stesso Trump, “alla luce delle ingiuste rappresaglie della Cina”. Già nei giorni scorsi, erano stati proposti dazi per un totale di 50 miliardi di dollari nei confronti di 1.300 prodotti cinesi, tra i quali robot industriali e attrezzature per le telecomunicazioni, un aumento che compenserebbe la presunta violazione della proprietà intellettuale americana da parte di Pechino e che può entrare in vigore dopo un periodo di valutazione pubblica che termina l’11 maggio.

Mnuchin e Trump: "disposti a negoziare"
Una situazione di vero e proprio conflitto, anche se il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha sottolineato la volontà di Washington di negoziare. "Da un lato, siamo abbastanza disposti a negoziare e non a entrare in guerre commerciali, dall'altro, il presidente è determinato a difendere i nostri interessi", ha detto, ricordando che le misure
annunciate da Trump sono soggette a un periodo di consultazione prima della loro attuazione. "Durante questo periodo, prima che le tariffe entrino in vigore, continueremo a dialogare, ma c'e' la possibilità che si verifichi una guerra commerciale", ha ammesso Mnuchin.

Uno spiraglio per il negoziato l'aveva lasciato anche lo stesso Donald Trump: “Gli Stati Uniti sono comunque pronti a discussioni per continuare a sostenere il nostro impegno per un commercio libero, giusto e reciproco e proteggere tecnologia e proprietà intellettuale delle aziende americane. Le barriere commerciali – ha proseguito Trump – devono essere abbattute per incoraggiare la crescita economica in America e nel mondo. Non consentirò mai che pratiche ingiuste minino gli interessi americani”.

La replica cinese: ribatteremo fino alla fine
Immediata la replica cinese. “Se gli Stati Uniti, nonostante le obiezioni di Cina e comunità internazionale, persisteranno nell’unilateralismo e nel protezionismo commerciale, la Cina ribatterà fino alla fine e a ogni costo con risolutezza”, ha affermato il ministro del commercio. Ieri, il ministro degli Esteri Wang Yi, aveva dichiarato che gli Usa hanno scelto “l’obiettivo sbagliato”, definendo il possibile aumento dei dazi un'errore di calcolo.

E il portavoce del ministero del commercio cinese, Gao Feng, ha replicato in modo ancor più duro alle parole di Trump: "In queste circostanze le parti non possono condurre alcun negoziato sul tema. La parte cinese è del tutto preparata e contrattaccherà senza esitazione con grande forza". Non sono però ancora chiare le misure che verranno adottate. 
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