MONDO
Il Concistoro dell’era digitale ai tempi della pandemia.
Tutto pronto per il primo Concistoro indetto da papa Francesco per il 28 e 29 novembre, per la prima volta in Streaming a causa della pandemia del Coronavirus. Il Papa consegnerà la berretta rossa ai tredici nuovi porporati, sei italiani, di cui nove “elettori” e quattro ultra-ottantenni. All’appello mancheranno due nuovi cardinali provenienti dall’altra parte del mondo che, a causa della contingente situazione sanitaria, non potranno essere presenti a Roma. Saranno infatti ugualmente creati cardinali a distanza, collegandosi con la Basilica Vaticana, l’Arcivescovo filippino, Jose F. Advincuta di Capiz, e il vicario apostolico del Brunei, Mons. Cornelius Sim.
L’emergenza sanitaria in corso ha rivoluzionato le celebrazioni del concistoro ordinario pubblico imponendo una partecipazione molto limitata e qualche modifica anche al rigido protocollo vaticano. Cancellate infatti le tradizionali “visite” di cortesia”, o chiamate una volta, “visite di calore”, le consuete visite di fedeli, parenti, amici e sostenitori; la celebrazione si terrà all’altare della Cattedra (e non sull’Altare della Confessione), e i cardinali non faranno l’abbraccio della pace. Anche in assenza dei due cardinali, il rappresentante del Santo Padre, in un momento successivo ancora da stabilire, consegnerà loro la berretta, l’anello e la bolla con il titolo.
Nove, di cui tre italiani, hanno meno di ottanta anni, e quindi con il dritto di partecipare al prossimo Conclave. Si tratta del vescovo maltese Mario Grech, Segretario generale del Sinodo dei vescovi, Mons. Marcello Semeraro, vescovo emerito di Albano, Paolo Augusto Lojudice, Arcivescovo di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino ed ex ausiliare di Roma, Padre Mauro Gambetti, Custode del sacro Convento di Assisi. Ancora riceveranno l’investitura cardinalizia lo statunitense Wilton D. Gregory, Arcivescovo di Washington, l’Arcivescovo di Kigali in Rwanda, Antoine Kambanda, l’Arcivescovo di Capiz, Filippine, José F. Advincula, l’Arcivescovo di Santiago del Cile, Celestino Aós Braco, e il Vicario apostolico del Brunei, Cornelius Sim.
Papa Francesco ha aggiunto anche quattro nuovi porporati non elettori, di cui tre italiani. Si tratta del Nunzio Silvano M. Tomasi, del parroco del Santuario del Divino Amore a Roma, Mons. Enrico Feroci (già direttore della Caritas Diocesana), di padre Raniero Cantalamessa, dal 1980 predicatore della Casa Pontificia, e del vescovo emerito di San Cristobal de Las Casas, Messico, Felipe Arizmendi Esquivel.
Tra i nuovi cardinali del continente latinoamericano spunta il nome del cappuccino e psicologo spagnolo, Celestino Aós Braco, arrivato in Cile negli anni 80. È subentrato prima come “commissario” e poi come Arcivescovo a Santiago de Chile, affrontando con coraggio gli scandali del passato sugli abusi. Il neo Cardinale è stato nominato da Papa Francesco per la sua risolutezza e sensibilità, per aver saputo ricucire con molta pazienza un tessuto ecclesiale lacerato e per esser stato molto vicino ai familiari delle vittime. Il porporato ha, inoltre, condannato fortemente le violenze e gli attacchi perpetrati in questi ultimi anni alle circa 60 Chiese cilene, in alcuni casi saccheggiate e bruciate. Il presule ha riportato equilibrio nella capitale cilena, gravata anche da problematiche sociali e, ora, dall’emergenza sanitaria.
Nei suoi precedenti sei concistori, papa Francesco ha creato 88 nuovi cardinali di cui 70 nuovi elettori, provenienti da 56 nazioni diverse, 16 delle quali, non avevano mai avuto prima un cardinale.
Abbiamo incontrato Don Roberto Regoli, Professore dell’Università Gregoriana e Ordinario di Storia della Chiesa.