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MONDO

Roma

Il Papa a Rebibbia per lavanda dei piedi ai detenuti

Alla casa celebrerà la messa "in coena Domini" del Giovedì Santo, inizio del Triduo Pasquale, nel corso della quale compirà il rito della lavanda dei piedi a sei detenuti e sei detenute, per metà stranieri

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Papa Francesco è arrivato alla casa circondariale Nuovo Complesso Rebibbia di Roma dove, nella chiesa "Padre Nostro", per celebrare la messa "in coena Domini" del Giovedì Santo, inizio del Triduo Pasquale, nel corso del quale ha compiuto il rito della lavanda dei piedi a sei detenuti e sei detenute, per metà stranieri. Francesco è il terzo Papa che si reca in visita al carcere di Rebibbia, dopo Giovanni Paolo II il 27 dicembre 1983 (quando ebbe un colloquio con il suo attentatore Alì Agca) e Benedetto XVI il 18 dicembre 2011.

I dodici a cui il Papa ha lavato i piedi durante la messa sono due detenute nigeriane (una del nido), una congolese, due italiane e un'ecuadoregna, e inoltre un detenuto brasiliano, un nigeriano e quattro italiani. Nella chiesa il Papa ha incontrato 150 donne detenute (comprese 15 mamme con bambini) e 150 detenuti. Fuori dalla chiesa ha salutato più di 300 detenuti, il personale della Polizia Penitenzieria, il personale amministrativo e i volontari.

Il polo penitenziario di Rebibbia ospita circa 2.100 detenuti, di cui 350 donne. Ad accogliere il Papa, oltre al cardinale vicario di Roma Agostino Vallini, sono stati anche i cappellani del carcere don Pier Sandro Spriano, don Roberto Guernieri, padre Moreno Versolato e don Antonio Vesciarelli. Nel cortile del carcere romano di Rebibbia, Francesco ha salutato e baciato uno ad uno i detenuti che lo attendevano a centinaia. Il Papa ha stretto le mani dei detenuti, li ha abbracciati, scambiato con loro baci sulle guance e parole di conforto e di incoraggiamento. "Grazie per la calorosa  accoglienza. Grazie tante" ha detto il Papa salutando i detenuti prima di entrare nella chiesa.

Nell'accoglienza da segnalare anche che il Papa ha benedetto un cartellone con questa scritta: "W papa Francesco. Benedici chi non c'è più", con una foto e la scritta "Davide", un detenuto scomparso, mostratogli dai reclusi nel cortile del carcere. Francesco si è trattenuto lungamente a scambiare abbracci, strette di mano, baci sulle guance con tutti i reclusi presenti nel cortile, che sono più di 300. Tra scene di grande affetto, i reclusi - tra cui molti stranieri - hanno anche gridato "Viva il Papa". 

Il discorso ai detenuti prima della lavanda
"Anche io ho bisogno di essere lavato dal Signore, e per questo pregate durante questa messa perché il Signore lavi anche le mie sporcizie". Così il Papa, preparandosi a lavare i piedi a dodici detenuti, ha
concluso la breve omelia della messa "in coena Domini". Ai tempi di Gesù, ha detto Jorge Mario Bergoglio pronunciando l'omelia a braccio, "era uso, era un'abitudine" lavare i piedi degli ospiti, "perché la gente quando arrivava a una casa aveva i piedi sporchi della polvere del cammino, non c'erano - ha detto - i sampietrini in quel tempo. E all'entrata della casa, si lavava i piedi. Ma questo non lo faceva il padrone della casa, lo facevano gli schiavi: era lavoro di schiavi. E Gesù lava come schiavo i nostri piedi, piedi dei discepoli. E per questo dice a Pietro: quello che io faccio tu ora non lo capisci, lo capirai dopo. Gesù è tanto l'amore che si è fatto schiavo per servirci, per guarirci, per pulirci. Oggi in questa messa - ha proseguito Francesco - la Chiesa vuole che il sacerdote lavi i piedi di dodici persone, in memoria dei dodici apostoli. Ma nel cuore nostro dobbiamo avere la certezza, dobbiamo essere sicuri che il signore quando ci lava i piedi, ci lava tutto, ci purifica. Ci fa sentire un'altra volta il suo amore. Nella Bibbia c'è una frase, nel profeta isaia, tanto bella: può una mamma dimenticarsi del suo figlio? Se una mamma si dimenticasse dle suo figlio io mai mi dimenticherò di te. Così è l'amore di dio per me. E io laverò oggi i piedi di dodici di voi. Ma in questi fratelli e sorelle sono tutti voi, tutti, tutti, tutti quelli che abitano qui. Voi rappresentate loro. Ma anche io ho bisogno di essere lavato dal Signore, e per questo pregate durante questa messa perché il Signore lavi anche le mis sporcizie, perché io diventi più schiavo di voi, più schiavo nel servizio della gente, come è stato Gesù".


 
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