ITALIA
Il procuratore: "Confermata l'ipotesi accusatoria"
Ilva, disastro ambientale: 47 rinvii a giudizio e due condanne. A processo anche Vendola
Il gup del tribunale di Taranto ha deciso: a giudizio 44 persone fisiche e tre società. Rinvio a giudizio anche per l'ex governatore della Puglia, accusato di concussione aggravata in concorso: avrebbe fatto pressioni per ammorbidire la posizione dell'Arpa sullo stabilimento. Il suo commento: "Vado a processo con la coscienza pulita". Assolto invece dall'accusa di favoreggiamento personale l'ex assessore regionale all'Ambiente Lorenzo Nicastro
Taranto
Rinvio a giudizio per 44 persone e tre società per il presunto disastro ambientale provocato dall'Ilva, oltre a due condanne con il rito abbreviato. È la decisione del gup del tribunale di Taranto Vilma Gilli. "Tranne alcune parti, mi sembra che la nostra impostazione accusatoria abbia trovato conferma", ha commentato il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. Assolto invece dall'accusa di favoreggiamento personale l'ex assessore regionale all'Ambiente Lorenzo Nicastro. Assolto anche il luogotenente dei carabinieri Gianni Bardaro.
Le accuse a Vendola
Rinviato a giudizio anche l'ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola per concussione aggravata in concorso. Secondo l'accusa, avrebbe esercitato pressioni sul direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato (a sua volta a giudizio per favoreggiamento personale), per far "ammorbidire" la posizione della stessa agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall'Ilva. In questo modo, sostiene la Procura, Vendola avrebbe consentito all'azienda di continuare a produrre senza riduzioni di emissioni inquinanti, come invece suggerito dall'Arpa in una nota del 21 giugno 2010 stilata dopo una campionatura che aveva rilevato picchi di benzoapirene.
La "minaccia" di non riconfermare Assennato
Sempre secondo l'accusa, Vendola avrebbe "minacciato" la non riconferma di Assennato, il cui mandato scadeva nel febbraio 2011. I fatti contestati sono compresi nel periodo che va dal 22 giugno 2010 al 28 marzo 2011. La concussione aggravata è contestata a Vendola in concorso con l'ex responsabile Rapporti istituzionali dell'Ilva Girolamo Archinà, l'ex vice presidente di Riva Fire Fabio Riva, l'ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto Luigi Capogrosso e il legale dell'Ilva, Francesco Perli.
Vendola: "Vado a processo con la coscienza pulita"
"Sento come insopportabile la ferita che mi viene inferta da un'accusa che cancella la verità storica dei fatti: quella verità è scritta in migliaia di atti, di documenti, di fatti - ha commentato Nichi Vendola - Io ho rappresentato la prima e l'unica classe dirigente che ha sfidato l'onnipotenza dell'Ilva e che ha prodotto leggi regionali all'avanguardia per il contrasto dell'inquinamento ambientale a Taranto". "Mi aspettavo - ha aggiunto - che l’inconsistenza del teorema accusatorio producesse il mio proscioglimento già a conclusione dell’udienza preliminare. Per chi come me crede nei valori della giustizia e della legalità oggi è un giorno di delusione e di amarezza. Ma vado a processo con la coscienza pulita di chi sa di aver sempre operato per il bene comune. Come sempre mi difenderò nel processo e non dal processo".
Condanne e assoluzioni
Condanna a 3 anni e 4 mesi (la Procura ne chiedeva 8) per l'ex consulente della procura e dirigente Arpa Roberto Primerano, accusato di falso e concorso in disastro ed avvelenamento. Condanna a 10 mesi (la richiesta era di 2 anni) per don Marco Gerardo, all'epoca segretario del vescovo accusato di favoreggiamento nei confronti di Girolamo Archinà, l'ex potentissimo responsabile delle pubbliche relazioni dell'Ilva.
Ex assessore Nicastro: "Assoluzione mi rende dignità"
"È una sentenza di primo grado, ma mi restituisce una dignità e una serenità che mi è stata tolta per un anno e mezzo" commenta Nicastro, assolto dall'accusa di favoreggiamento personale nei confronti dell'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Per l'accusa aveva riferito agli inquirenti di non ricordare la presenza del direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, in una riunione in Regione del 15 luglio 2010.
Insieme a Nicastro, sono stati assolti con rito abbreviato il luogotenente dei carabinieri Giovanni Bardaro (accusato di rivelazione di segreti d'ufficio) e l'avv. Donato Perrini (favoreggiamento personale), ex legale del già assessore all'Ambiente della Provincia di Taranto Michele Conserva, a sua volta rinviato a giudizio
Le accuse a Vendola
Rinviato a giudizio anche l'ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola per concussione aggravata in concorso. Secondo l'accusa, avrebbe esercitato pressioni sul direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato (a sua volta a giudizio per favoreggiamento personale), per far "ammorbidire" la posizione della stessa agenzia nei confronti delle emissioni nocive prodotte dall'Ilva. In questo modo, sostiene la Procura, Vendola avrebbe consentito all'azienda di continuare a produrre senza riduzioni di emissioni inquinanti, come invece suggerito dall'Arpa in una nota del 21 giugno 2010 stilata dopo una campionatura che aveva rilevato picchi di benzoapirene.
La "minaccia" di non riconfermare Assennato
Sempre secondo l'accusa, Vendola avrebbe "minacciato" la non riconferma di Assennato, il cui mandato scadeva nel febbraio 2011. I fatti contestati sono compresi nel periodo che va dal 22 giugno 2010 al 28 marzo 2011. La concussione aggravata è contestata a Vendola in concorso con l'ex responsabile Rapporti istituzionali dell'Ilva Girolamo Archinà, l'ex vice presidente di Riva Fire Fabio Riva, l'ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto Luigi Capogrosso e il legale dell'Ilva, Francesco Perli.
Vendola: "Vado a processo con la coscienza pulita"
"Sento come insopportabile la ferita che mi viene inferta da un'accusa che cancella la verità storica dei fatti: quella verità è scritta in migliaia di atti, di documenti, di fatti - ha commentato Nichi Vendola - Io ho rappresentato la prima e l'unica classe dirigente che ha sfidato l'onnipotenza dell'Ilva e che ha prodotto leggi regionali all'avanguardia per il contrasto dell'inquinamento ambientale a Taranto". "Mi aspettavo - ha aggiunto - che l’inconsistenza del teorema accusatorio producesse il mio proscioglimento già a conclusione dell’udienza preliminare. Per chi come me crede nei valori della giustizia e della legalità oggi è un giorno di delusione e di amarezza. Ma vado a processo con la coscienza pulita di chi sa di aver sempre operato per il bene comune. Come sempre mi difenderò nel processo e non dal processo".
Condanne e assoluzioni
Condanna a 3 anni e 4 mesi (la Procura ne chiedeva 8) per l'ex consulente della procura e dirigente Arpa Roberto Primerano, accusato di falso e concorso in disastro ed avvelenamento. Condanna a 10 mesi (la richiesta era di 2 anni) per don Marco Gerardo, all'epoca segretario del vescovo accusato di favoreggiamento nei confronti di Girolamo Archinà, l'ex potentissimo responsabile delle pubbliche relazioni dell'Ilva.
Ex assessore Nicastro: "Assoluzione mi rende dignità"
"È una sentenza di primo grado, ma mi restituisce una dignità e una serenità che mi è stata tolta per un anno e mezzo" commenta Nicastro, assolto dall'accusa di favoreggiamento personale nei confronti dell'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Per l'accusa aveva riferito agli inquirenti di non ricordare la presenza del direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, in una riunione in Regione del 15 luglio 2010.
Insieme a Nicastro, sono stati assolti con rito abbreviato il luogotenente dei carabinieri Giovanni Bardaro (accusato di rivelazione di segreti d'ufficio) e l'avv. Donato Perrini (favoreggiamento personale), ex legale del già assessore all'Ambiente della Provincia di Taranto Michele Conserva, a sua volta rinviato a giudizio