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ITALIA

Udienza a rischio per difetto di notifica a un imputato

Ilva. Al via domani il maxiprocesso: 47 imputati alla sbarra, un centinaio di parti civili

Domani al tribunale di Taranto la prima udienza del maxiprocesso per l'inquinamento dell'Ilva

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   Ha tutte le caratteristiche per diventare il più grande maxi-processo italiano in tema
ambientale quello che si aprirà domani al tribunale di Taranto: almeno sei anni di indagini, 47 imputati fra dirigenti dell'Ilva e politici, un migliaio di parti civili, più di 100 avvocati e soprattutto un'intera città che aspetta di sapere se chi ha inquinato per decenni il territorio ionico sarà condannato insieme a chi avrebbe fatto poco o nulla per evitarlo, dai dirigenti d'azienda a politici e amministratori.

Se lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto, il più grande d'Europa, da domani tornerà alla ribalta per le sue vicende giudiziarie, la produzione in fabbrica continua ad avere problemi così come procedono a rilento i lavori di adeguamento degli impianti alle norme di tutela ambientale.

L'udienza di domani, secondo quanto si apprende, potrebbe però slittare per un difetto di notifica a un imputato.

I primi provvedimenti cautelari della magistratura tarantina scattarono il 26 luglio del 2012, con il sequestro dell'area industriale e l'arresto di una parte dei vertici
aziendali, a cominciare da esponenti della famiglia Riva, proprietaria della fabbrica. 

Domani alla prima udienza non ci sarà il capostipite Emilio, deceduto il 29 aprile del 2014 mentre saranno processati Nicola e Fabio Riva.

Tra i politici sotto processo ci sono l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, imputato di concussione aggravata in concorso, il deputato di Sel Nicola Fratoianni e un consigliere regionale Pd, Donato Pentassuglia, entrambi accusati di favoreggiamento personale, il sindaco di Taranto Ippazio Stefano (abuso d'ufficio), l'ex presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido e l'ex assessore  provinciale all'Ambiente Michele Conserva (concussione).

Alla sbarra c'è anche un folto gruppo di dirigenti Ilva e del siderurgico tarantino succedutisi negli anni. Dall'ex presidente ed ex prefetto di Milano, Bruno Ferrante, ai direttori di stabilimento, dall'ex responsabile rapporti istituzionali, Girolamo Archina', ai 'fiduciari' dei Riva, un legale Ilva, funzionari ministeriali per l'Aia 2011 e funzionari regionali.

 Altri cinque imputati sono stati già giudicati dal gup con rito abbreviato: sono stati condannati a tre anni e quattro mesi l'ex consulente della Procura Roberto Primerano per falso ideologico e a 10 mesi il sacerdote don Marco Gerardo per favoreggiamento; assolti invece l'ex assessore regionale all'Ambiente Lorenzo Nicastro, l'avv. Donato Perrini (entrambi accusati di favoreggiamento personale) e il carabiniere Giovanni Bardaro (rivelazione di segreti d'ufficio).

  
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