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ECONOMIA

Taranto

Arcelor Mittal, pre-accordo raggiunto. Governo: "Purché si revochi il recesso"

L'azienda franco-indiana ha affermato che c'è la volontà di restare in Italia e di mantenere i livelli di produzione pattuiti

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di Tiziana Di Giovannandrea Con il rinvio al 6 marzo dell'udienza presso il Tribunale di Milano sul ricorso presentato dai commissari dell'ex Ilva contro Arcelor Mittal, maggiore è il tempo per negoziare e trovare un accordo sul nuovo piano industriale. L'udienza si sarebbe dovuta tenere a Milano il 7 febbraio, davanti al giudice Claudio Marangoni. In questo tempo le parti si impegneranno - almeno fino al 28 febbraio - a limare gli ultimi dettagli e tentare di raggiungere un accordo definitivo per lo stabilimento di Taranto.

Nonostante il pre-accordo sul futuro dell'Ilva sia stato raggiunto, il governo interviene ed avvisa che le basi per un'intesa ci sono, a patto che Mittal revochi il recesso. 

Se si arriverà a un documento condiviso, le parti revocheranno i rispettivi ricorsi con cui hanno iniziato il contenzioso. Dopo di che il  giudice, a seguito del passaggio formale in aula il 6 marzo, chiuderà la causa. Altrimenti, ai commissari dell'ex Ilva e alla multinazionale franco-indiana non verranno concesse ulteriori proroghe e si andrà a sentenza. Nel frattempo, Ancelor Mittal ha ribadito al volontà di restare in Italia e si è impegnata a mantenere i livelli di produzione pattuiti. 

"L'intesa tecnica raggiunta rappresenta un passo importante verso un complessivo miglioramento dell'assetto dello stabilimento di Taranto", ha spiegato in serata il governo, aggiungendo come si punti a fare di Taranto "un leader europeo dell'acciaio verde, creando nel Mezzogiorno il primo esempio concreto di attuazione del Green New Deal". Come presupposto per il nuovo contratto serve che "Arcelor Mittal revochi il suo proposito di recesso e rinunci alla azione civile intrapresa presso il Tribunale di Milano".

Per riuscire a raggiungere l'accordo restano ancora alcuni diversi nodi da sciogliere. Primo tra tutti, l'ostacolo dell'immunità penale, che fin dall'inizio Arcelor Mittal, ha chiesto di poter ripristinare.

Poi c'è il problema della partecipazione dello Stato che è da formalizzare entro il 30 novembre e che dovrebbe prevedere l'ingresso di Invitalia o Cassa Depositi e Prestiti nella nuova società 'Green Co' che dovrà guidare l'azienda ex Ilva sul percorso di decarbonizzazione. Se l'intesa su questo punto non sarà raggiunto Arcelor Mittal potrà recedere dal contratto versando 500 milioni di euro.

Altra grossa questione riguarda gli eventuali esuberi: c'è un impegno di massima a utilizzare Cassa Integrazione Ordinaria per i 4 anni in cui si realizzeranno gli investimenti, ma  sarà necessario l'accordo con i sindacati che finora sono rimasti fuori dalla trattativa. 
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