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MONDO

Renzi: "Un grande passo avanti per l'Europa"

Immigrazione, dal vertice Ue risorse triplicate per Triton. Mandato a Mogherini su missione

Le conclusioni del summit offrono un colpo di scena in positivo e la solidarietà Ue
prende corpo con una serie di misure. L'Alto rappresentante Federica Mogherini si metterà al lavoro per studiare una "possibile operazione"

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Bruxelles L'immagine dei 28 leader europei in piedi che osservano un minuto di silenzio per le vittime della strage del Canale di Sicilia è già il segno di quel cambiamento all'interno dell'Unione europea che il presidente del Consiglio Matteo Renzi auspicava e che ha cercato con forza. Il premier è arrivato a Bruxelles per partecipare al vertice da lui stesso voluto e sollecitato dopo la più grande tragedia mai vista nel Mediterraneo con questa consapevolezza: l'emergenza sbarchi "non è più soltanto un problema dell'Italia e di Malta, ma è una questione di diritto umanitario, di sicurezza e di giustizia", come ha detto prima dell'apertura del vertice. E il primo risultato dunque, è stato raggiunto prima ancora dell'inizio summit.

Risorse triplicate per Triton e missione esplorativa alla Mogherini
E' lì, attorno al tavolo che riunisce i 28, che la questione è diventata più complicata. Nel corso di un vertice iniziato mentre da Washington arrivava la notizia dell'uccisione di Giovanni Lo Porto, vittima di un raid americano in Pakistan, la solidarietà dei leader per l'emergenza immigrazione affrontata dall'Italia è stata totale e palpabile, così come la disponibilità a interventi importanti come il rafforzamento di Triton sia economicamente - risorse triplicate - che dal punto di vista dei mezzi a disposizione. Jean Claude Juncker, che ai 28 ha distribuito un dossier intitolato "Gestire le migrazioni: una sfida comune", chiede e ottiene che siano triplicati i fondi per le operazioni di Triton: dai 3 milioni al mese attuali, si passa a 9. Ovvero, quanto l'Italia da sola spendeva per Mare Nostrum. Ma ci saranno molti più mezzi: Belgio, Germania, Francia, Svezia, Lituania, Norvegia e Danimarca promettono complessivamente 8 navi, 1 elicottero e 1 pattugliatore. Mentre altri, come la Spagna, dicono che saranno "generosi" quando la Commissione avrà definito le necessità. Chiara la volontà di intervento anche per quanto riguarda una missione ad hoc per la distruzione dei barconi degli scafisti. Il vertice europeo straordinario inoltre ha dato mandato all'Alto rappresentante Federica Mogherini di "iniziare subito la preparazione di un'eventuale operazione Pesd". Ma il nodo, come il premier sapeva fin dall'inizio, è sempre lo stesso: la redistribuzione dei richiedenti asilo per i diversi paesi europei e non solo tra quelli di approdo.

Il tabù delle quote dei richiedenti asilo
Tema che tocca direttamente gli interessi nazionali, in particolar modo quelli dei Paesi sotto elezioni come la Gran Bretagna. Non è un caso che il premier britannico David Cameron, arrivando al vertice, ha dato la massima disponibilità sulla fornitura di armi e mezzi, ma a condizione che le persone salvate non "richiedano asilo in Gran Bretagna". Alcuni Paesi si sono dimostrati disponibili ad ospitare gli immigrati, hanno fatto delle aperture, ma, al momento, resta, sempre, la base volontaria dell'intervento. La ripartizione tra i paesi europei dei richiedenti asilo resta quindi il tabù: l'idea delle 'quote' obbligatorie nemmeno si discute. Nelle bozze di conclusioni spunta un meccanismo di emergenza, tutto da definire. E ci potrebbe essere una scappatoia per la redistribuzione, assegnando al paese della nave che salva in mare il compito di trattare le richieste di asilo. D'altronde era stato lo stesso presidente del Consiglio, il polacco Donald Tusk (che ha impiegato 24 ore prima di sciogliere le riserve e convocare questo vertice), a dire chiaramente che sarebbe stata la redistribuzione "la questione più difficile" da discutere perché si sarebbe trattato di convincere tanti paesi "a sacrificare qualche interesse nazionale in nome del bene comune".

Renzi: "Un grande passo avanti per l'Europa"
Al termine del vertice, Matteo Renzi ha parlato di "un grande passo avanti per l'Europa". Secondo il premier, per la prima volta c'è "un approccio strategico" alla questione. "La lotta ai nuovi schiavisti è una emergenza ed esigenza per tutti noi",ha aggiunto.

Prima del summit
Il summit, preceduto a Roma da una riunione con i ministri Paolo Gentiloni, Angelino Alfano e Roberta Pinotti, insieme al sottosegretario Marco Minniti, per fare un punto sulla Libia e la lotta al terrorismo e a Bruxelles da un mini vertice a quattro con Merkel, Hollande e Cameron, resta un risultato importante. I tempi, come sempre quando si ha a che fare con l'Unione europea, non saranno brevi, ma si è finalmente disinnescato un meccanismo che si era chiaramente inceppato.

Renzi torna dunque a Roma soddisfatto con in tasca una serie di misure che se non bloccheranno immediatamente il dramma dei viaggi della speranza che spesso finiscono in tragedia, certamente rappresentano - ed è questa la novità - l'inizio di un percorso europeo in materia di immigrazione. E con la consapevolezza, come ha detto lui stesso, che "finalmente qualcosa in Europa è cambiato". 
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