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ECONOMIA

Il PIL rivisto su base annua al 3,7% grazie a consumi e investimenti

In forte rialzo il Pil USA. La FED potrebbe alzare i tassi nonostante la crisi cinese

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L'economia americana viaggia più veloce del previsto sospinta da una solida domanda interna. Il prodotto interno lordo cresce ad un tasso annuo del 3,7%, fa sapere il Dipartimento del Commercio, che rivede al rialzo la stima dello scorso mese che era stata del 2,3%. Questi risultati positivi insperati rilanciano l'ipotesi che la Federal Reserve possa alzare i tassi già quest'anno. Il dato sul PIL, diffuso due giorni dopo il brusco crollo di Wall Street causato dal crack delle borse cinesi, dovrebbe offrire agli investitori e alle autorità di politica economica la certezza che l'economia a stelle e strisce è forte e che la ripresa è abbastanza robusta da fronteggiare un clima internazionale ad alta volatilità.

Che farà la FED?
Le preoccupazioni scaturite dal rallentamento della crescita cinese hanno diffuso il panico sui mercati la scorsa settimana tanto che, diversi esponenti del direttivo della FED, hanno espresso scetticismo sull'oppotunità di aumentare i tassi di interesse nei prossimi mesi. Ma i dati di oggi cambiano ancora radicalmente la prospettiva.  Se ne discuterà, certamente, durante l'annuale forum dei banchieri centrali di Jackson Hole nel Wyoming, che prende il via oggi, anche se brillano per assenza la presidente della Fed Janet Yellen e Mario Draghi. 
"Nonostante i miglioramenti dell’economia, visibili sia sul fronte della crescita che sul fronte del mercato del lavoro, ci aspettiamo che la Fed possa temporeggiare fino a fine anno prima di alzare i tassi di interesse." scrive Vincenzo Longo di IG secondo cui la chiave per prevedere le mosse delle banche centrali sarà soprattutto l'inflazione. Il rapido deterioramento delle aspettative inflattive di medio-lungo periodo (derivante dal crollo dei prezzi delle materie prime, petrolio in primis) sarà il principale elemento che impensierirà la Fed al momento del suo primo rialzo dei tassi dal 2006. La strategia del “comprare tempo” potrebbe essere utile a valutare anche quanto siano credibili i timori di un violento rallentamento economico in Cina, in attesa dei dati che arriveranno in autunno.

Gli investimenti e i consumi trainano la ripresa
La revisione al rialzo del pil, tiene conto della forte accumulazione di riserve da parte delle imprese che hanno profittato di questi mesi per riempire i magazzini. Questo potrebbe pesare sulle performance del terzo trimestre ma gli analisti ritengono che ciò non accadrà, e che sarà la ripresa degli investimenti in beni capitali a sostenere la domanda anche in futuro. Buona anche la propensione al consumo delle famiglie, cresciuta ad un tasso annuo del 3,2%, invece del 2,3 che era atteso. 

Alla base di questa ripresa dei consumi la forza del mercato del lavoro, il petrolio a prezzi stracciati e un certo rialzo del prezzo degli immobili. 

In controtendenza il settore energetico che pesa sui listini, a causa del calo del prezzo  del petrolio (-60% su base annua) che scoraggia gli investimenti. 

In generale le aziende americane hanno visto una crescita dei profitti pari a + 1,3%, dopo un declino nello scorso trimestre. A soffrrie solo le multinazionali a causa della rinnovata forza del biglietto verde. 
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