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MONDO

Continua l'avanzata dei miliziani dell'Isis

Iraq, centomila cristiani in fuga dal Nord

Migliaia i cristiani che scappano dalle città occupata dai miliziani; "hanno tolto le croci dalle chiese e bruciato antichi manoscritti" racconta il patriarca caldeo di Kirkuk

Profughi in Iraq (Ap)
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Centomila cristiani in fuga dal nord dell'Iraq, dalle città occupate dai miliziani dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante. "Saccheggiano, devastano, rubano nelle case, non risparmiano nemmeno le chiese" è il racconto di Monsignor Joseph Thomas, arcivescovo di Kirkuk e Sulaymaniyah.
Nel nord del paese i miliziani jihadisti continuano la loro avanzata, l'esercito governativo e le forze Peshmerga curde non sono più in grado di fermarli. Donne, bambini, anziani, e con loro sacerdoti e suore, cercano rifugio in Kurdistan dopo essere stati costretti a lasciare le loro case. Spesso scalzi e in pigiama. "Hanno tolto le croci dalle chiese e bruciato antichi manoscritti" dice l'arcivescovo di Kirkuk.

I miliziani jihadisti hanno preso il controllo delle zone a maggioranza cristiana nella piana di Ninive, hanno conquistato Qaraqosh, la più grande città cristiana dell'Iraq e le aree circostanti. Sono cadute nelle loro mani Tal Kayf, Bartella e Karamlesh. L'Isis ha annunciato di avere il controllo di 15 città.

Non solo cristiani, ad essere presi di mira dai miliziani dell'Isis sono tutti i non sunniti come la minornaza degli yazidi, che i jihadisti chiamano "adoratori del diavolo", perchè hanno un culto che incorpora elementi di zoroastrismo, manicheismo, ebraismo, cristianesimo e islam. 
A Sinyar l'Onu ha denunciato una crisi umanitaria: i residenti sono dovuti fuggire, massacrati decine di uomini, donne, ma anche bambini; secondo l'Unicef, sono morti anche 40 piccoli, morti di disidratazione e stenti mentre fuggivano con le famiglie sulle montagne.
 
24 morti in due attentati
Almeno 24 persone sono morte e un'ottantina sono rimaste ferite in due attentati suicidi in Iraq, uno dei quali ha preso di mira una moschea di Kirkuk dove famiglie di rifugiati provenienti dalla città di Tuz Khurmatu, occupata dei jihadisti sunniti dello Stato islamico, avevano trovato riparo. A Kadhimiya invece, nel nord di Baghdad, un kamikaze si è fatto esplodere con l'autobomba che guidava ad un posto di blocco, provocando la morte di 16 persone e il ferimento di circa 40.

 
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