MONDO
"Ma il referendum era già svuotato dall'approvazione delle adozioni omosex"
Nozze gay Irlanda, Famiglia Cristiana: il "no" ha perso perché diviso
risultato del referendum nella cattolica Irlanda che ha detto 'sì' al matrimonio tra omosessuali.
Dopo aver ricordato che il sì era sostenuto trasversalmente da tutti i partiti politici (centrosinistra laburista, centro e centrodestra) e dal premier Enda Kenny, cattolico praticante, mentre la Chiesa era ovviamente contraria e dal pulpito ha fatto campagna per il no scrivendo alle 1.360 parrocchie del Paese una lettera sul "Significato del matrimonio", per Famiglia Cristiana "due considerazioni s'impongono su tutte". La prima, spiega, "è che il fronte del no si è diviso in campagna elettorale con alcuni settori conservatori del cattolicesimo irlandese che hanno attaccato apertamente le gerarchie ecclesiastiche, accusate di non essersi impegnate a sufficienza a favore del no. Mentre molte voci del mondo cattolico, da singoli preti ad
associazioni come 'Noi siamo la Chiesa', erano addirittura favorevoli sostenendo che il sì non avrebbe indebolito l'istituzione familiare".
La seconda, prosegue il magazine dei Paolini, "è che il referendum, nel merito, era stato pesantemente condizionato dalla decisione del governo irlandese di introdurre nel gennaio scorso (il Children and Family Relationship Bill è stato poi approvato in via definitiva dal Senato il 4 aprile) la possibilità per le coppie omosessuali di adottare bambini senza alcuna limitazione". Per Famiglia Cristiana, "è chiaro che l'argomento più forte di chi si oppone, in Irlanda e altrove, alle nozze gay è quello di dire 'occhio, che se passa il matrimonio gay poi arriveranno anche le adozioni' ma in questo caso le adozioni erano già permesse dalla legge".
Senza dimenticare - altro tassello fondamentale - "che già nel 2010 furono approvate le unioni civili che garantiscono protezione legale alle coppie gay e sono in tutto uguali al matrimonio tranne appunto per quanto riguarda le adozioni, introdotte subito dopo". "Introducendo l'adozione prima del referendum", ha spiegato il sociologo Massimo Introvigne, citato da Famiglia Cristiana, "governo e parlamento hanno svuotato la consultazione di gran parte della sua sostanza".
"Si è parlato di voto storico, e lo è perché l'Irlanda diventa il primo Paese al mondo che dà il via libera alle nozze gay attraverso un referendum popolare", sottolinea comunque il settimanale cattolico, aggiungendo che i comitati "Sì alla famiglia", che raccoglievano numerose associazioni cattoliche ed evangeliche contrarie al matrimonio omosessuale, hanno riconosciuto la sconfitta, esprimendo "rispetto per gli elettori irlandesi" ma anche "tristezza" per la sconfitta elettorale.