MONDO
Siria
Isis cerca alleanza con al Qaeda. Obama: "Sottostimato quello che stava accadendo"
Intanto proseguono senza sosta gli attacchi degli americani e delle forze della coalizione
Roma
Si combatte con forza in queste ore in Siria tra i miliziani dello Stato islamico (Isis) e i curdi nel villaggio di Tel Abiyadh, a 20 chilometri dalla città di Kabone lungo il confine con la Turchia. Al momento lo Stato islamico nega di aver subito perdite e sostiene di avanzare verso il suo obiettivo che e' la citta' di Kabone, ma questa mattina i caccia degli Stati Uniti e dell'alleanza internazionale hanno bombardato le postazioni islamiche a Tel Abiyadh per fermare la linea di rifornimento dei terroristi verso il confine con la Turchia. Il conflitto in corso nell'area curda ha provocato almeno 80 mila sfollati.
Ma nonostante i raid degli Stati Uniti e degli alleati l'Isis è pronto a riorganizzarsi, puntando ad un'alleanza con Al-Qaeda che ha promesso vendetta per gli attacchi Usa. Per questo motivo negli ultimi due giorni i radi sono aumentati in Iraq e in Siria, alcuni condotti con droni. Colpite delle raffinerie dell'Isis, di cui una vicino al confine con la Turchia. Preme per un'estensione degli attacchi aerei britannici il premier britannico, David Cameron, che punta a ottenere il via libera a missioni oltre che in Iraq anche in Siria. Ma per farlo ci vuole un altro passaggio alla Camera dei Comuni.
La forza militare, ha spiegato Obama, è necessaria per arginare l'Isis e "metterlo all'angolo", ma allo stesso tempo è necessaria una soluzione politica . Insomma una lotta su "due fronti" quella contro l'Isis, che deve passare per un allentamento delle tensioni fra sunniti e sciiti, perché la battaglia fra queste due "sette é la causa maggiore di conflitto nel mondo".
Gli Stati Uniti e gli alleati, ha aggiunto Obama, dovranno proporre soluzioni politiche in Iraq e Siria, anche se al momento la priorità è distruggere l'Isis. "Dobbiamo respingerli, ridurre il loro spazio e lavorare per eliminare il flusso di combattenti stranieri". Un colpo durissimo gli Stati Uniti e gli alleati potrebbero averlo inflitto al gruppo Khorasan, di cui avrebbero in uno dei raid ucciso il leader. L'indiscrezione, che circola da giorni, non è confermata ma è stata rilanciata da un esponente jihadista su twitter e ripresa dal Site, lo scrupoloso centro americano di sorveglianza dei siti islamici.
L'azione militare per indebolire l'Isis, ribadisce comunque la Casa Bianca, non include lo spiegamento di truppe sul campo. Un messaggio al quale tuttavia gli americani non credono: il 72%, secondo un sondaggio di Wall Street Journal e Nbc, ritiene che saranno dispiegate truppe di terra. Convinto che sia necessario l'invio di soldati americani sul terreno è anche lo speaker della Camera, John Boehner. Prima o poi, ha affermato, sarà necessario: "Vogliono ucciderci, e se non li distruggiamo prima noi ne pagheremo il prezzo".
Le minacce di attacchi terroristici in tutto il mondo lanciate ieri sera dal fronte al Nusra, braccio siriano di al Qaida che sembra essersi saldato in un'alleanza del terrore con i vecchi nemici dell'Isis, sembrano dargli ragione.
Ma nonostante i raid degli Stati Uniti e degli alleati l'Isis è pronto a riorganizzarsi, puntando ad un'alleanza con Al-Qaeda che ha promesso vendetta per gli attacchi Usa. Per questo motivo negli ultimi due giorni i radi sono aumentati in Iraq e in Siria, alcuni condotti con droni. Colpite delle raffinerie dell'Isis, di cui una vicino al confine con la Turchia. Preme per un'estensione degli attacchi aerei britannici il premier britannico, David Cameron, che punta a ottenere il via libera a missioni oltre che in Iraq anche in Siria. Ma per farlo ci vuole un altro passaggio alla Camera dei Comuni.
La forza militare, ha spiegato Obama, è necessaria per arginare l'Isis e "metterlo all'angolo", ma allo stesso tempo è necessaria una soluzione politica . Insomma una lotta su "due fronti" quella contro l'Isis, che deve passare per un allentamento delle tensioni fra sunniti e sciiti, perché la battaglia fra queste due "sette é la causa maggiore di conflitto nel mondo".
Gli Stati Uniti e gli alleati, ha aggiunto Obama, dovranno proporre soluzioni politiche in Iraq e Siria, anche se al momento la priorità è distruggere l'Isis. "Dobbiamo respingerli, ridurre il loro spazio e lavorare per eliminare il flusso di combattenti stranieri". Un colpo durissimo gli Stati Uniti e gli alleati potrebbero averlo inflitto al gruppo Khorasan, di cui avrebbero in uno dei raid ucciso il leader. L'indiscrezione, che circola da giorni, non è confermata ma è stata rilanciata da un esponente jihadista su twitter e ripresa dal Site, lo scrupoloso centro americano di sorveglianza dei siti islamici.
L'azione militare per indebolire l'Isis, ribadisce comunque la Casa Bianca, non include lo spiegamento di truppe sul campo. Un messaggio al quale tuttavia gli americani non credono: il 72%, secondo un sondaggio di Wall Street Journal e Nbc, ritiene che saranno dispiegate truppe di terra. Convinto che sia necessario l'invio di soldati americani sul terreno è anche lo speaker della Camera, John Boehner. Prima o poi, ha affermato, sarà necessario: "Vogliono ucciderci, e se non li distruggiamo prima noi ne pagheremo il prezzo".
Le minacce di attacchi terroristici in tutto il mondo lanciate ieri sera dal fronte al Nusra, braccio siriano di al Qaida che sembra essersi saldato in un'alleanza del terrore con i vecchi nemici dell'Isis, sembrano dargli ragione.