MONDO
La città assediata da 40 giorni
Isis, peshmerga giunti dalla Turchia entrano nella città siriana di Kobani
I combattenti turchi sono arrivati in aiuto di quelli curdi iracheni nella città siriana assediata da 40 giorni dall'Isis. Intanto l'Onu lancia l'allarme sui "foreign fighters" partiti per unirsi allo Jihad
I combattenti sono entrati da una zona ad ovest di Kobani, vicino alla collina strategica di Tel Shair. Secondo l'Osservatorio dei diritti umani non è ancora chiaro perché le forze non siano entrate dal principale valico di frontiera tra Kobani e la Turchia, anche se probabilmente la spiegazione è che la zona è soggetta ad attacchi da parte dei militanti dello Stato islamico.
In precedenza oggi giornalisti nella città turca di Suruc avevano visto i peshmerga lasciare la zona dove stazionavano da giorni, e dirigersi verso Kobani. I combattenti hanno lasciato la città con un convoglio, sventolando bandiere curde e ostentando segni gesti di vittoria. Quando si è diffusa la notizia a Suruc si sono levati dei fuochi d'artificio. I combattenti peshmerga sono usciti cantando "Kobani, Kobani", suonando i clacson dei loro veicoli e agitando in aria i fucili. Una fila di poliziotti antisommossa turchi si è schierata di fronte per impedire ai fotografi di scattare immagini dei combattenti mentre partivano.
Le truppe curde-irachene, invece, sono arrivate a Kobani nei giorni scorsi. Un canale televisivo curdo ha mostrato martedì le immagini del lungo convoglio di auto dei peshmerga. A Silopi il convoglio - composto da circa 40 veicoli - è stato accolto da centinaia di persone che sventolavano bandiere curde.
Intanto l'Onu ha lanciato l'allarme su un numero di combattenti stranieri "senza precedenti" che si sono uniti allo jihad. Questi provengono Paesi che non avevano mai fornito "manodopera" al terrorismo islamico. Sono "quindicimila" i "foreign fighters" partiti alla volta della Siria e dell'Iraq per combattere accanto all'Isis o ad altri gruppi estremisti, secondo il rapporto dell'Onu le cui anticipazioni sono state pubblicate da The Guardian.
E in Medio Oriente continua l'orrore seminato dalla guerra. "Centinaia di uomini appartenenti alla tribù Albonemer sono stati sepolti in una fossa comune a Heet, 130 chilometri a ovest di Baghdad", come affermano testimoni all'agenzia di stampa turca Anadolu, aggiungendo che gli uomini erano stati sequestrati e poi uccisi per vendetta contro la loro tribù che aveva cercato di impedire all'Isis di conquistare la zona situata a ovest di Baghdad.