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ECONOMIA

Valori simili all'apice della crisi 2008-2009

Istat, industria: -25,8% fatturato marzo e -26,5% gli ordinativi

Gli unici settori in crescita sono quelli dei beni alimentari e dei prodotti farmaceutici

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Il calo di fatturato e ordinativi a marzo, su base tendenziale, ha raggiunto valori simili a quelli registrati nel momento più acuto della crisi del 2008-2009. Gli unici settori in crescita sono quelli dei beni alimentari e dei prodotti farmaceutici. Lo rileva l'Istat spiegando che, corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di marzo 2019), il fatturato totale cala in termini tendenziali del 25,2%, con variazioni negative del 27,6% sul mercato interno e del 20,7% su quello estero. In termini tendenziali l'indice grezzo degli ordinativi diminuisce del 26,6%, con riduzioni su entrambi i mercati (-29,3% quello interno e -23,1% quello estero).

"Essendo l'Italia il primo paese colpito dall'epidemia in Europa - osserva l'Istat nel commento - la contrazione del mercato interno e' risultata molto più accentuata rispetto a quello estero". E ancora: "Il calo di fatturato e ordinativi, su base tendenziale, ha raggiunto valori simili a quelli registrati nel momento più acuto della crisi del 2008-2009. Gli unici settori in crescita sono quelli dei beni alimentari e dei prodotti farmaceutici. Il fatturato in volume del settore manifatturiero evidenzia una caduta tendenziale leggermente meno accentuata di quello in valore. nel dato corretto per gli effetti di calendario".   

Ad aprile inflazione zero ma vola carrello spesa, +2,5
Inflazione zero ad aprile mentre vola il carrello della spesa che fa registrare un aumento dei prezzi del 2,5%. Lo confermano le stile dell'Istat. Nel mese di aprile, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività registra un aumento dello 0,1% su base mensile e una variazione tendenziale nulla (da +0,1% del mese precedente). L'azzeramento dell'inflazione è imputabile prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici, che amplificano la loro flessione sia nella componente regolamentata (da -9,4% a -14,1%) sia in quella non regolamentata (da -2,7% a -7,6%); questa dinamica è in parte compensata dall'accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari (da +1,1% a +2,7%), trainata dagli Alimentari non lavorati (+4,3%) e, in misura minore, dalla riduzione della flessione dei prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -2,6% a -1,3%).

L'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispettivamente a +0,8% a +1,0%, entrambe da +0,7%.L'inflazione acquisita nel 2020 è pari a +0,1% per l'indice generale e a +0,7% per la componente di fondo.I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano in modo marcato da +1,0% a +2,5%, mentre la crescita di quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto passa da +0,6% a +0,8%."Con l'emergenza sanitaria in pieno corso, da una parte il restringersi dell'offerta e della domanda commerciale al dettaglio (concentrate su un minor numero di comparti merceologici), dall'altra il crollo delle quotazioni del petrolio, determinano spinte opposte: inflazionistiche per i prodotti alimentari e deflazionistiche per i Beni energetici", è il commento dell'Istat.

Queste ultime "sono prevalse azzerando l'inflazione (non avveniva da ottobre 2016 quando la variazione dell'indice dei prezzi al consumo fu negativa e pari -0,2%); tuttavia, i prezzi del cosiddetto "carrello della spesa", trainati dagli Alimentari non lavorati, accelerano (+2,5%), portandosi a livelli di crescita che non si registravano da febbraio 2017".
 
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