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ECONOMIA

I dati

Istat, a marzo cresce la fiducia di imprese e consumatori

Per le imprese indice a livelli che non si toccavano dal 2008

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Buone notizie dall'Istituto di Statistica che a marzo fotografa un miglioramento del clima di fiducia sia delle imprese che dei consumatori. Secondo i dati diffusi dall'Istat, l'indice composito che riguarda 'l'umore' dei consumatori cresce, arrivando a quota a 110,9 punti dai 107,7 di febbraio 2015. Ed anche l'indice che analizza le imprese mostra un deciso miglioramento, salendo a 103,0 da 97,5 di febbraio, toccando così il massimo dal luglio 2008.

I consumatori
Per il clima di fiducia dei consumatori la componente economica aumenta in misura più consistente (a 144,8 da 138,1) rispetto a quella personale, che passa a 99,7 da 98,0. I giudizi dei consumatori sulla situazione economica del Paese migliorano rispetto al mese precedente, il saldo passa a -57 da -71: questa variazione è spiegata da un aumento al 14,3% dal 10,7% della quota di coloro che la ritengono "migliorata" e dalla diminuzione al 26,7% dal 29,9% della quota di coloro che giudicano la situazione del Paese "molto peggiorata". Quanto alle attese sulla situazione economica in generale il saldo aumenta a 22 da 21, decresce, infatti, al 20,2% dal 21,6% la quota di coloro che si attendono un peggioramento della situazione economica del Paese. L'attesa sulla disoccupazione è al ribasso con il saldo che diminuisce a -3 da 10, per questa variabile aumenta in particolare la quota di coloro che si attendono una diminuzione lieve della disoccupazione saliti al 36,6% dal 32,6%.    

Il saldo dei giudizi sulla dinamica dei prezzi al consumo negli ultimi 12 mesi aumenta a -26 da -27, influenzato dal calo della quota di intervistati che giudicano i prezzi in diminuzione (all'8,2% dall'11,2%). Mentre il saldo delle attese sull'andamento dei prezzi nei prossimi 12 mesi aumenta passando a -28 da -33 e questo è in gran parte effetto della diminuzione al 5,9% dal 7,8%, di quanti si attendono i prezzi in diminuzione.     Migliorano sia i giudizi che le attese sulla situazione economica della famiglia: i saldi passano a -45 da -50 e a -6 da -7, rispettivamente. Per i giudizi diminuisce la quota di coloro che esprimono pareri negativi (al 39,1% dal 41,5). Diminuisce il saldo dei giudizi sul bilancio familiare (a -11 da -10), migliorano i giudizi sull'opportunità attuale di risparmio (a 126 da 125) mentre scende il saldo relativo alle aspettative future di risparmio (a -44 da -43).    

I giudizi sulla convenienza di effettuare acquisti immediati di beni durevoli sono in crescita (a -56 da -74), per l'aumento della quota di coloro che ritengono, quello attuale, un momento favorevole per fare acquisti (al 22,2% dal 18,8%). In miglioramento sono le intenzioni degli intervistati in merito agli acquisti futuri di beni durevoli (a -76 da -84) in quanto diminuiscono coloro che intendono spendere meno per l'acquisto di beni durevoli (al 34,6% dal 37,6%).

Le imprese  
Il miglioramento del clima di fiducia coinvolge tutti i principali settori: manifattura (a 103,7 da 100,5), costruzioni (a 116,0 da 108,5), servizi di mercato (a 108,1 da 100,4) e commercio al dettaglio (a 103,0 da 101,0), Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -11 da -17), sia le attese di produzione (a  10 da 8); il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino passa a 3 da 4. Nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione, sia - seppur lievemente -  le attese sull'occupazione (a -36 da -45 e a -11 da -12 i saldi).    

Nelle imprese dei servizi migliorano i giudizi e le attese sugli ordini (a 2 da -1 e a 4 da -1, i rispettivi saldi) e le attese sull'andamento dell'economia in generale (a 17 da 2). Nel commercio al dettaglio peggiorano i giudizi sulle vendite correnti (a -5 da 1), mentre migliorano le attese sulle vendite future (a 28 da 19); in decumulo sono giudicate le giacenze di magazzino (a 7 da 10).    

L'indice del clima di fiducia sale in tutti i principali raggruppamenti di industrie: nei beni di consumo a 100,3 da 98,8, nei beni intermedi a 99,6 da 95,3 e nei beni strumentali a 111,8 da 107,2. Anche i giudizi sugli ordini migliorano: nei beni di consumo il saldo sale a -10 da -13, nei beni intermedi a -17 da -24 e nei beni strumentali a -7 da -14. Il saldo dei giudizi sulle scorte di prodotti finiti passa a 4 da 5 nei beni di consumo, a 2 da 3 in quelli intermedi e a 2 da 5 nei beni strumentali. Le attese sulla produzione migliorano nei beni intermedi e nei beni strumentali (rispettivamente a 10 da 5 e a 15 da 11), mentre rimangono stabili a 6 nei beni di consumo.    

Secondo le indicazioni derivanti dalle consuete domande trimestrali rivolte alle imprese manifatturiere che svolgono attivita' d'esportazione, nel primo trimestre dell'anno migliorano le attese sul fatturato ma peggiorano i giudizi. Sale a 9 da 7 il saldo destagionalizzato relativo al rapporto fra prezzi all'export e interni; scende al 32% dal 34% la quota delle imprese interpellate che lamenta la presenza di significativi ostacoli all'attivita' di esportazione; tra questi ostacoli, diminuiscono di importanza quelli legati ai costi, ai finanziamenti, alla burocrazia e alla qualita' dei prodotti, mentre aumentano di importanza quelli legati ai tempi di consegna e ad altri motivi. Tra le destinazioni delle esportazioni delle imprese scende l'incidenza dei paesi Ue. La Germania, la Francia e la Cina continuano ad essere considerate dalle imprese italiane tra i maggiori concorrenti internazionali.
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