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POLITICA

Legge elettorale

Italicum in Aula a Montecitorio. Renzi: "In ballo la dignità del Pd"

Iniziata la discussione generale sulla riforma. Lettera del premier al partito: "Possono mandare a casa il governo, ma non fermare l'urgenza del cambiamento". Resta alta la tensione con la minoranza interna. Il ministro Boschi: "Non cambiamo idea". Brunetta: "Puerile e offensiva"

Matteo Renzi (Ansa)
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Roma Nel voto sull’Italicum “è in ballo la dignità del Pd”. A dirlo, nel giorno in cui in Parlamento è iniziata la discussione finale sul testo, è Matteo Renzi. Con una lettera ai presidenti dei circoli del partito, il premier cerca di richiamare i suoi all’ordine e di compattare i suoi, sempre divisi sul provvedimento. Anche in Parlamento il governo fa quadrato, con il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi che conferma l'intenzione di non accettare modifiche.

"Sto chiedendo rispetto" 
"Davvero è dittatura quella di chi chiede di rispettare il volere della stragrande maggioranza dei nostri iscritti, dei nostri parlamentari, del nostro gruppo dirigente?", chiede Renzi."La prima regola della democrazia è rispettare, tutti insieme, la regola del consenso interno – afferma - Quando ho perso le primarie, ho riconosciuto che la linea politica doveva darla chi aveva vinto". "Adesso non sto chiedendo semplicemente lealtà – prosegue – sto chiedendo rispetto per una intera comunità che si è espressa più volte su questo argomento, a tutti i livelli. Perché questa legge elettorale l'abbiamo cambiata tre volte per ascoltare tutti, per ascoltarci tutti. Ma a un certo punto bisogna decidere".

"Possono mandare a casa il governo, ma non fermare l'urgenza del cambiamento" 
Secondo Renzi, gli oppositori dell’Italicum "possono mandare a casa il governo se proprio vogliono, ma non possono fermare l'urgenza del cambiamento che il Pd di oggi rappresenta".

Iniziato il dibattito a Montecitorio
La legge elettorale è già a Montecitorio, dove in un'aula semivuota si è svolta la discussione generale. Un dibattito incentrato, oltre che sui contenuti, anche sulla possibilità che il governo ponga la questione di fiducia. Il presidente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, Francesco Paolo Sisto, rappresentante dell'opposizione, spiega le sue contrarierà rispetto alle modifiche del testo sulla nuova legge elettorare appena approdato (GUARDA).  
 
Boschi: "Non cambiamo idea"
Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, rivolgendosi all'Aula ha confermato che l'esecutivo non intende modificare il testo. "Entriamo nel vivo e nel passaggio decisivo dopo oltre un anno e mezzo di lavoro serio e approfondito" e "sappiamo che questo percorso è iniziato prima ancora che giurasse questo Governo, anzi è iniziato con Napolitano" e con i suoi appelli per le riforme, ha detto. Poi rivolgendosi a Forza Italia, ha sottolineato che lo stesso testo era stato votato al Senato dagli azzurri: "Io capisco che Forza Italia possa avere cambiato idea, ma noi no: non possiamo pensare che una legge elettorale diventi anticostituzionale solo perché abbiamo eletto Mattarella alla presidenza della Repubblica - ha attaccato - La coerenza non è un optional, quindi va bene cambiare idea ma noi andiamo avanti con la nostra".

Brunetta: "Puerile e offensiva"
Secca la replica del presidente dei deputati di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta. "Il colmo dei colmi? Ricevere lezioni di coerenza da Maria Elena Boschi e compagni. La giovane ministra o non ha colto fino in fondo i termini della questione o come il suo altrettanto giovane maestro, Matteo Renzi, tenta di raccontare una realtà che non esiste. Per FI l'elezione condivisa del presidente della Repubblica era conditio sine qua non per proseguire nel percorso delle riforme. Per questo avevamo concesso al Partito democratico 17 modifiche unilaterali al Patto del Nazareno. La nostra stella polare era la totale condivisione nella scelta del nuovo inquilino del Colle".  Per Brunetta, "è puerile e offensivo per la nostra intelligenza e per quella degli italiani imbrogliare le carte come ha fatto la Boschi in Aula".

Le tensioni con la minoranza Dem
La minoranza Dem intanto si agita. "Sento parlare di voto di fiducia, come per la legge Acerbo o la legge truffa. Sento addirittura parlare di voto di fiducia sulle pregiudiziali, come su un decreto fiscale dei primi anni Ottanta. Questo è un vulnus terribile nei confronti della vita del Parlamento", ha tuonato Rosy Bindi. "Io fino all'ultimo istante proverò a fare il possibile" perché la fiducia non venga messa, perché "creerebbe condizioni di vero logoramento al nostro interno", aveva in precedenza rimarcato in tv l'ex capogruppo Roberto Speranza che, sulla scia di quanto affermato nei giorni scorsi da Pier Luigi Bersani, ha definito "sbagliato", da parte di Renzi, legare il destino del governo a quello dell'Italicum. 

Matarelli (Sel) voterà sì all'Italicum
Non è solo il Pd a dover fronteggiare tensioni interne. Il deputato di Sel Antonio Matarelli ha annunciato via Facebook il suo voto in favore dell'Italicum. "Scrivo questa dichiarazione al termine di una riflessione ponderata e durata molte settimane", ha spiegato.
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