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POLITICA

Riforma della legge elettorale

Italicum, si vota sulle pregiudiziali di costituzionalità

A Montecitorio deputati chiamati a esprimersi sulle pregiudiziali. Sarà la prima occasione per valutare il numero di franchi tiratori. Ieri nervi tesi fra maggioranza e opposizione e all'interno del Pd

L'Aula di Montecitorio (Ansa)
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Roma L'Italicum alla prova dell’Aula di Montecitorio dove oggi c'è il voto sulle 8 pregiudiziali di costituzionalità  e di merito presentate dalle opposizioni. Su tre di queste il voto sarà segreto: è la prima occasione per valutare il numero dei franchi tiratori.

Le pregiudiziali
L'Italicum "è una grandissima cavolata di legge elettorale", ha detto il deputato della Lega Nord Cristian Invernizzi illustrando la pregiudiziale di costituzionalità presentata dal Carroccio. Una legge, ha aggiunto, "che non corrisponde alle intenzioni espresse in campagna elettorale da tutti i partiti per superare il Porcellum". 

"La lista vincente - ha spiegato il deputato di Sel Angelo Sannicandro illustrando le due pregiudiziali di costituzionalità presentate dal suo partito - con il 40% dei consensi, otterrebbe 247 seggi, vedendosi assegnare 93 seggi: un premio non alla maggioranza, ma ad una minoranza se pure cospicua. Il testo dell'Italicum inoltre -ha aggiunto Sannicandro- elude completamente i principi stabiliti dalla Consulta nella sentenza numero 1 del 2014 con cui la Corte ha bocciato il Porcellum". Dello stesso parere Emanuele Cozzolino del M5S: "L''Italicum "perpetua le stesse criticità della legge dichiarata incostituzionale dalla Corte costituzionale" cioè il Porcellum. 

Parlando con i giornalisti in sala stampa a Montecitorio Renato Brunetta ha affermato: "Forza Italia contro questa riforma elettorale, Forza Italia contro Renzi, Forza Italia unita e compatta per dare un segnale forte al Paese e al Parlamento. No a questa legge elettorale che produrra un uomo solo al comando, Renzi, in una deriva autoritaria. Noi compatti, uniti contro questa legge elettorale", ha concluso.

Dopo le 4 pregiudiziali di costituzionalità, ci sono quelle questioni di merito (Sel, M5S, Forza Italia), poi una questione sospensiva a firma Brunetta, Gelmini e Palese. 

Per ora il governo ha deciso di non porre la questione di la fiducia, ma la tensione nel Pd resta alta, con Matteo Renzi che ha accusato la minoranza di voler frenare le riforme e Gianni Cuperlo che ha respinto le sue parole definendole “offensive” e “false”. 
 
Prime schermaglie in Aula
Ieri, sempre alla Camera, si è svolta la discussione generale sulla riforma, alla quale ha partecipato solo qualche decina di deputati. Gli interventi dei rappresentanti di Forza Italia, così come quelli degli esponenti delle varie minoranze del Partito Democratico hanno sottolineato la richiesta principale: modifiche che spostino il premio di maggioranza dalla lista alla coalizione o, almeno, che si preveda l'apparentamento tra liste al secondo turno. Nella replica il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha però chiuso ogni spiraglio, definendo l'Italicum "un buon compromesso" e accusando Forza Italia di incoerenza.
 
Primi scrutini segreti dopo mezzogiorno
Si giunge così alle prime votazioni, per le quali tutti i deputati del Pd ieri sono stati precettati via sms: non sono ammesse assenze. I voti a scrutinio segreto dovrebbero tenersi dopo mezzogiorno. Dopo giorni di dibattito, il governo ha deciso che almeno su questi tre scrutini segreti non porrà la fiducia. L'accordo con le minoranze del Pd è che esse votino assieme alla maggioranza contro tali pregiudiziali, che bloccherebbero il proseguimento dell'esame. Un'eventualità, quest'ultima, che non è l'obiettivo della sinistra del Pd, che vuole invece modificare il ddl. Certamente alcuni deputati Dem non si atteranno all'accordo, ma non dovrebbero risultare determinanti.
 
Il governo tenta la prova di forza
La decisione di non ricorrere alla fiducia è una prova di forza da parte del governo, che uscirebbe più forte in caso di bocciatura delle pregiudiziali. Se poi i voti pro-Italicum dovessero essere superiori a quelli della maggioranza, tutto il percorso diverrebbe in discesa, anche sugli emendamenti che verranno votati la prossima settimana.

Le polemiche 
Il clima rimane teso. Fuori dal parlamento Corrado Passera si è imbavagliato contro la riforma, mentre Luigi Di Maio (M5S), vicepresidente della Camera, ha dato dei "miserabili" ai deputati della minoranza del Pd che, a suo dire, penserebbero solo "alle poltrone". Renzi ha richiamato all’unità i suoi con una lettera ai segretari dei circoli del Pd in cui ha attaccato la minoranza Dem: "Se questa legge elettorale non passa è l'idea stessa di Pd come motore del cambiamento dell'Italia che viene meno", perciò nel voto sull'Italicum "c'è in ballo soprattutto la dignità del nostro partito", ha scritto. Parole che hanno irritato la minoranza Pd. In un documento Sinistradem, la componente di Gianni Cuperlo, ha definito "offensive" e "false" queste affermazioni e ha rilanciato una "mediazione": rinviare l'approvazione dell'Italicum a dopo quella della riforma costituzionale del Senato, cambiando profondamente quest'ultima. Il silenzio è stata la risposta. A cui è seguito un monito di Enrico Letta: " È nella responsabilità e nell'interesse di Renzi evitare le macerie. Se non lo fa, non mi sembra una gran vittoria". 
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