Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Job-Act-e-Art-18-Camusso-a-Renzi-No-a-prendere-o-lasciare-f42f8baf-3c70-4fa5-ab63-aa8715f2349a.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Riforma del Lavoro

Jobs Act, Camusso a Renzi: "No al diktat 'prendere o lasciare' "

La riforma del lavoro è "una legge delega che ha un lungo percorso di approvazione" spiega il segretario della Cgil che muove critiche anche a Confindustria: "E' desaparecido"

Condividi
"Il tema dell'unificazione del mercato del lavoro ci pare sia molto importante e non si può fare creando nuovi dualismi". Camusso mantiene il punto sul Jobs act e a chi gli chiedeva di commentare le dichiarazioni del premier Renzi spiega che davanti "ad una legge delega, che ha un suo lungo percorso di attuazione" è "strano" parlare di "un prendere o lasciare". Sul fronte del lavoro "il primo punto non è abolire l'art.18 ma togliere le forme di lavoro precario assurde, che non sono state messe da noi: le leggi in un Paese non le fa il sindacato ma il governo e il Parlamento". Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. "Dove sono stati loro, in questi anni - ha aggiunto all'assemblea nazionale della Fiom - che, pur cambiando i governi, la precarietà è aumentata?".

La critica a Confindustria
"In questa stagione Confindustria è un desaparecido. Alterna un sostegno alle politiche di governo a larvate critiche". La critica arriva dal leader della Cgil, Susanna Camusso. Intervenendo a un convegno al Cnel, il numero uno di Corso d'Italia ha sottolineato che "non vediamo un protagonismo che riconsegni alle parti qualità nella contrattazione e negli interventi". Secondo Camusso questo è "l'effetto di politiche di disinvestimento delle imprese", orientate solo "alla diminuzione del costo del lavoro".  

"Da Cei invito a governo a non drammatizzare scontro"
L'attenzione della Cei ai temi sociali e del lavoro è "sempre importante" ha sottolineato il numero uno della Cgil ritornando sulle parole della Conferenza episcopale italiana: "le abbiamo interpretate come un invito in particolare al governo a non generare un drammatico scontro sociale sui temi dei diritti del lavoro".
Condividi