POLITICA
La riforma del lavoro
Jobs Act, ok all'emendamento del governo: reintegro per licenziamenti discriminatori e disciplinari
Votato l'emendamento del governo. Per i licenziamenti economici previsto solo "un indennizzo economico". Ncd soddisfatta, critica Sel
Renzi: "Non toglie diritti, ma alibi"
"Quando la cortina fumogena del dibattito ideologico si abbasserà, vedrete che in molti guarderanno al Jobs Act per quello che è: un provvedimento che non toglie diritti, ma toglie solo alibi. Toglie alibi ai sindacati, toglie alibi alle imprese, toglie alibi ai politici", ha commentato il premier Matteo Renzi. "Se riusciremo a spostare attenzione dall'usterità alla crescita, cambiando il paradigma economico dominante di questi anni di crisi, la ricaduta sulla vita delle persone in posti di lavoro e capacità di spesa sarà evidente. Qualcosa piano piano si sta muovendo".
La soddisfazione di Sacconi
Dopo la presentazione dell'emendamento e dopo che Angelino Alfano aveva parlato di "accordo vicino", Ncd esprime "soddisfazione". Secondo Maurizio Sacconi, "il governo ha indicato correttamente la formulazione concordata che esplicitamente individua nell'"indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio". Inoltre, "vi è l'intesa che le fattispecie previste per i licenziamenti dovranno essere disegnate in modo così circoscritto e certo da non consentire discrezionalità alcuna al magistrato, in modo che i datori di lavoro abbiano quella prevedibilità dell'applicazione della norma che li può incoraggiare ad utilizzare i contratti a tempo indeterminato. Ora dobbiamo fare presto".
Sel critica
"Ha vinto Sacconi". Anzi: "Si precisa quello che voleva Sacconi". Così il responsabile Lavoro di Sel, Giorgio Airaudo, commenta l'emendamento del governo sull'articolo 18. A margine dei lavori in Commissione Lavoro della Camera, il deputato sottolinea che ora "è esplicitato che per i licenziamenti economici non c'è il reintegro e per i disciplinari dobbiamo aspettare la trattativa lobbistica sui decreti attuativi".