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POLITICA

L'intervista

Renzi sul Jobs Act: "Pronti alla fiducia. Da gennaio nuove regole"

Modifiche al testo della riforma sul lavoro solo per ridurre le forme di lavoro precario e a tempo. Al Ncd: "Nuovo vertice di maggioranza? Fine estate o nell’autunno 2017". Dopo la visita a Bucarest Renzi è in viaggio per l'Australia per il suo primo G20

Matteo Renzi (Ansa)
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Dopo le aperture di ieri alla minoranza del partito democratico, il presidente del Consiglio Matteo Renzi punta i piedi. Sul Jobs Act "non mi faccio fermare dal pantano" afferma in un colloquio con il quotidiano la Stampa nel quale si dice pronto a mettere la fiducia sul provvedimento, aprendo a modifiche solo "sulla riduzione delle troppe forme di lavoro a tempo e precario". Il premier chiude poi alla richiesta del Ncd di nuovi vertici di maggioranza: il prossimo "si farà a tarda estate o nell'autunno del 2017".

Lunedì pomeriggio Montecitorio voterà sulla calendarizzazione del voto finale sul Jobs Act: la presidente della Camera Boldrini ha proposto la data del 26 novembre, mentre il governo aveva pensato al 22. 

Distensione con la minoranza Pd
Riguardo alla minoranza del Pd con la quale ieri è stata trovata un'intesa in merito alla riforma del lavoro, Renzi spiega: "Orfini e Speranza mi hanno chiesto di dare un segnale distensivo, di disponibilità, e io l'ho fatto: in commissione si lavorerà sul cosiddetto disboscamento, cioè sulla riduzione delle troppe forme di lavoro a tempo e precario. A me preme che la legge sia in vigore dal 1° gennaio, motivo per il quale, se si giocasse ad allungare i tempi, metteremo la fiducia sul testo che uscirà dalla Commissione".

No a nuovi vertici di maggioranza
Agli alleati dell'Ncd ribadisce il no a nuovi vertici di maggioranza e rimarca: "Per loro questo non può rappresentare una sorpresa. L'altra sera, quando sono venuti in venti a Palazzo Chigi gliel'ho detto: ragazzi, non ci prendete gusto".

"Qualcuno vorrebbe che dessi una botta in testa a Berlusconi"
Il premier parla poi della legge elettorale e assicura: "Qualcuno vorrebbe che dessi una botta in testa a Berlusconi, ma onestamente non ne vedo la ragione, perché ormai l'accordo c'è. È possibile che alla fine Fi decida di votare no all'emendamento che trasferisce il premio dalla coalizione al partito e che si astenga sulla legge, ma sono dettagli. La svolta è a un passo e cambierà il Paese. È in gioco l'idea di fondo che si vota ogni cinque anni. Detto questo, certe volte la fatica è doppia, è come andare in salita in bicicletta con un rapporto sbagliato, poco agile e dispendioso. Ed è proprio per questo che dobbiamo varare la nuova legge elettorale. Se eleggeremo così il nuovo Parlamento, io o chiunque altro ci sarò potrà governare con più libertà e responsabilità".

"Spero che Napolitano resti ancora a lungo" 
Per concludere un pensiero al Colle e "un grande sogno, che possa essere Napolitano ad inaugurare il prossimo Expo. È un appuntamento importantissimo per l'Italia e Napolitano sarebbe il miglior testimonial possibile per il Paese di fronte al mondo. Io continuo a sperare che il Presidente resti ancora a lungo lì dov'è".
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