POLITICA
Boldrini propone il voto finale entro il 26 novembre
Jobs Act, il Pd trova l'intesa per evitare la fiducia. Ncd chiede vertice di maggioranza
Speranza: "Non si voterà sul testo approvato in Senato. Modifiche in commissione, poi si esprimerà l’Aula". Art. 18: torna il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare. Sacconi: "Non basta solo il Pd, serve vertice di maggioranza"
Art. 18, torna il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori
Torna il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare. Questo, infatti, quanto prevedeva l'odg della direzione del Pd sul Jobs act i cui contenuti verranno introdotti, in Commissione, nel testo di riforma del mercato del lavoro. La fiducia sul testo della commissione è esclusa? "No". Lo afferma il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini ai cronisti a Montecitorio. "Noi proponiamo un percorso in commissione che prevede alcune modifiche rispetto al testo del Senato, che assumono anche parte del dibattito che ha accompagnato il confronto in Senato e momento successivi. Dopo di che la gestione della delega tra commissione e aula la vedremo nei prossimi giorni", aggiunge Guerini.
Sacconi: "Non basta solo il Pd, serve vertice di maggioranza"
"Il Pd non ha ancora la maggioranza assoluta nelle due Camere, nelle quali peraltro non è ancora stato superato il sistema paritario". Lo dice Maurizio Sacconi parlando dell'intesa raggiunta nl Pd sul Jobs Act e sottolineando che "il Nuovo Centrodestra vuole discutere ora in una riunione di maggioranza le eventuali modifiche alla delega".