POLITICA
Sacconi e De Girolamo (Ncd) nel pomeiggio a Palazzo Chigi
Jobs Act, Pd trova l'intesa per evitare la fiducia. Boschi chiude a Ncd: "No a vertice maggioranza"
Il capogruppo Pd alla Camera, Speranza: "Non si voterà sul testo approvato in Senato. Modifiche in commissione, poi si esprimerà l’Aula". Art. 18: torna il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare. Il ministro Boschi: "E' sufficiente il lavoro in Parlamento". Boldrini propone il voto finale entro il 26 novembre
Roma
Il Jobs Act sta diventando il grattacapo della maggioranza di governo. Se da un lato il Pd apre all’ipotesi di modificare il testo, dall’altro ci sono le barricate dell’alleato Ncd che non ci sta. Entrambi i capigruppo del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi e Nunzia De Girolamo, rimandano a quanto stabilito nel vertice di maggioranza di lunedì scorso e annunciano che se il Pd proseguirà con la richiesta di modifiche, allora Alfano chiederà un nuovo vertice. E proprio De Girolamo e Sacconi sono stati ricevuti nel pomeriggio a Palazzo Chigi. Ma il ministro Maria Elena Boschi, al termine della Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, taglia corto: "Stiamo discutendo con tutti i partner della maggioranza. Non sono necessari vertici, è sufficiente il lavoro parlamentare". A chi le chiede se il Governo apre a modifiche del Jobs act, la Boschi risponde che si vedrà in commissione: "Il governo - afferma il ministro per le Riforme - ha dato la sua disponibilità se si trova un punto di incontro. Bisogna tenere insieme il dibattito parlamentare e l'urgenza di una riforma che serve nell'interesse dei cittadini".
Boldrini propone il voto finale entro il 26 novembre
Intanto la presidente della Camera Boldrini ha proposto che il voto finale sul provvedimento si tenga entro il prossimo 26 novembre, mentre il governo aveva pensato come data il 22. Lunedì alle 16 Montecitorio si esprimerà con un voto sulla proposta. Se, quindi, l'Aula lunedì dovesse dare l'ok al calendario, il Jobs Act approderà in Aula il 24, per proseguire il 25 con voto finale il 26 novembre.
Speranza: non verrà posta fiducia sul testo
Nel primo pomeriggio a esprimersi sul testo della delega di riforma del lavoro licenziato a Palazzo Madama è stato il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza, affermando che sul provvedimento "non verrà posta la fiducia". Speranza ha spiegato che "Il testo sarà modificato oggi in Commissione, a partire dai contenuti dell'odg approvato dalla direzione Pd". "Sono molto soddisfatto. Il Parlamento non è un passacarte e abbiamo dimostrato che incide" spiega Speranza parlando dell'intesa raggiunta sul Jobs act.
Art. 18, torna il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori Torna il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare. Questo, infatti, quanto prevedeva l'odg della direzione del Pd sul Jobs act i cui contenuti verranno introdotti, in Commissione, nel testo di riforma del mercato del lavoro. La fiducia sul testo della commissione è esclusa? "No". Lo afferma il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini ai cronisti a Montecitorio. "Noi proponiamo un percorso in commissione che prevede alcune modifiche rispetto al testo del Senato, che assumono anche parte del dibattito che ha accompagnato il confronto in Senato e momento successivi. Dopo di che la gestione della delega tra commissione e aula la vedremo nei prossimi giorni", aggiunge Guerini.
Sacconi: "Non basta solo il Pd, serve vertice di maggioranza" "Il Pd non ha ancora la maggioranza assoluta nelle due Camere, nelle quali peraltro non è ancora stato superato il sistema paritario". Lo dice Maurizio Sacconi parlando dell'intesa raggiunta nl Pd sul Jobs Act e sottolineando che "il Nuovo Centrodestra vuole discutere ora in una riunione di maggioranza le eventuali modifiche alla delega".
Boldrini propone il voto finale entro il 26 novembre
Intanto la presidente della Camera Boldrini ha proposto che il voto finale sul provvedimento si tenga entro il prossimo 26 novembre, mentre il governo aveva pensato come data il 22. Lunedì alle 16 Montecitorio si esprimerà con un voto sulla proposta. Se, quindi, l'Aula lunedì dovesse dare l'ok al calendario, il Jobs Act approderà in Aula il 24, per proseguire il 25 con voto finale il 26 novembre.
Speranza: non verrà posta fiducia sul testo
Nel primo pomeriggio a esprimersi sul testo della delega di riforma del lavoro licenziato a Palazzo Madama è stato il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza, affermando che sul provvedimento "non verrà posta la fiducia". Speranza ha spiegato che "Il testo sarà modificato oggi in Commissione, a partire dai contenuti dell'odg approvato dalla direzione Pd". "Sono molto soddisfatto. Il Parlamento non è un passacarte e abbiamo dimostrato che incide" spiega Speranza parlando dell'intesa raggiunta sul Jobs act.
Art. 18, torna il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori Torna il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare. Questo, infatti, quanto prevedeva l'odg della direzione del Pd sul Jobs act i cui contenuti verranno introdotti, in Commissione, nel testo di riforma del mercato del lavoro. La fiducia sul testo della commissione è esclusa? "No". Lo afferma il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini ai cronisti a Montecitorio. "Noi proponiamo un percorso in commissione che prevede alcune modifiche rispetto al testo del Senato, che assumono anche parte del dibattito che ha accompagnato il confronto in Senato e momento successivi. Dopo di che la gestione della delega tra commissione e aula la vedremo nei prossimi giorni", aggiunge Guerini.
Sacconi: "Non basta solo il Pd, serve vertice di maggioranza" "Il Pd non ha ancora la maggioranza assoluta nelle due Camere, nelle quali peraltro non è ancora stato superato il sistema paritario". Lo dice Maurizio Sacconi parlando dell'intesa raggiunta nl Pd sul Jobs Act e sottolineando che "il Nuovo Centrodestra vuole discutere ora in una riunione di maggioranza le eventuali modifiche alla delega".