POLITICA
Palazzo Madama
Jobs Act, in Senato manca per 4 volte il numero legale: seduta aggiornata alle 16
Stamane è mancato per quattro volte il numero legale sull'approvazione del verbale della seduta precedente. All'ordine del giorno dell'assemblea il prosieguo della discussione generale sulla riforma del lavoro
“Il numero legale”, ha detto il senatore M5S Alberto Airola, “è mancato perché Fi non ha votato. Ncd e il Pd hanno votato”. A far mancare i numeri sarebbe stata quindi Forza Italia, e una conferma arriva anche dalla senatrice forzista Cinzia Bonfrisco che, a chi le chiedeva se fosse stato il suo partito a non votare, ha replicato con un secco “Sì”.
Forza Italia e M5S contro la fiducia
"Renzi fa il decisionista ma in realtà semina solo caos politico. La plurima mancanza del numero legale al Senato è frutto del congresso permanente che si svolge all'interno del Pd. Renzi decide ma il partito non lo segue", dichiara Maurizio Gasparri (Fi). "Peraltro - aggiunge - vorrebbe frettolosamente mettere la fiducia su una delega, già questa scelta assolutamente discutibile, i cui contenuti non sono ancora noti. Una sorta di fiducia sulla persona a scatola chiusa. Adesso ci si scatenerà contro il Senato che non ha accordato il numero legale. Ma voglio sottolineare che molti di noi erano presenti in aula e non hanno concesso il numero legale per una scelta politica, perché una prassi di questa natura è assolutamente inaccettabile". "Ne tenga conto chiunque vigili da qualsiasi postazione istituzionale sulle condotte del governo. Se è giusto riformare le leggi sul lavoro - conclude - non è corretto farlo con queste modalità e soprattutto con contenti assolutamente sconosciuti".
"Il governo vuole porre la fiducia al Jobs Act per non discutere nel merito del provvedimento. Riteniamo che una riforma del lavoro così importante non possa essere approvata senza un adeguato esame in Aula", sostengono i senatori del M5S. "Il Movimento 5 Stelle - si legge in una nota - è disposto a ritirare la maggior parte dei suoi emendamenti, nonostante siano tutti nel merito, per permettere la discussione di quelli che ritiene imprescindibili. Il governo non ha più alibi: accetti la discussione o ammetta che il problema è la debolezza della maggioranza", concludono i pentastellati.