FIFA 2014
L'analisi
L'Italia c'è
Due lampi, uno di Marchisio e l'altro di Balotelli, illuminano la notte amazzonica rendendo brillante l'avvio dell'avventura mondiale dell'Italia
Scopre la forza dirompente di Candreva, legata a doppio filo all’andirivieni di Darmian, e, dall’altra parte, al moto perpetuo di Marchisio, e poi ancora le solite fatiche di Ercole-De Rossi, le magie di Pirlo, definito “ascetico” dalla stampa inglese: divino, in effetti, nella precisione: anche quando non domina la scena, entra sempre nei momenti che contano, anche quando il pallone nemmeno lo tocca ma “sente” che qualcun altro, Marchisio, puo’ farlo per lui.
E poi Sirigu, il predestinato: si traveste da Buffon su Sturridge e su Bains, non due qualunque.
L’Italia supera la prova ambientale piu’ dura, batte afa, umidita’ e time-out negati.
Cuoce nella fornace l’Inghilterra. Lo fa giocando un calcio ragionato, mai elettrico come quello degli inglesi, ma terribilmente efficace, a custodia del pallone.
Dopo gli sgambetti del destino, la rincorsa diventa improvvisamente corsa, slancio. Non si puo’ non migliorare, magari con un pizzico di velocita’ in piu’, di profondita’ in piu’ (manchiamo un po’ negli ultimi dieci metri) e con tanti gioiellini ancora da mettere con cura in vetrina: Cassano, Insigne, Cerci. Dimenticavamo Verratti, prigioniero di Pirlo. Dimenticavamo Immobile, doppione, o forse no, di Balotelli. Non se ne dimentichera’ Prandelli in un Mondiale dove le risorse, con questo clima, queste distanze, faranno la differenza (l’Italia in dieci giorni percorrera’ piu’ di novemila chilometri).
Per ora, avanti cosi’. Tutto il resto potrebbe essere gioia.