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POLITICA

Salvini: il 17 e 18 mille gazebo in piazza per il voto

Crisi. Mattarella accelera consultazioni, possibile incarico domani. In pole c'è Gentiloni

Alle 11 a salire al Colle, Sinistra Italiana- Sinistra ecologia e libertà. Nel pomeriggio, alle 16 è la volta di Forza Italia capitanata da Silvio Berlusconi. A seguire il M5S che - come Lega e Fratelli d'Italia  - chiederà al Capo dello Stato di andare subito al voto. 

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Si aprirà alle 11 con una rappresentanza di Sinistra Italiana-Sinistra ecologia e libertà la terza e ultima giornata di consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per tentare di traghettare il Paese fuori dalla crisi di governo. Ieri il capo dello Stato ha ricevuto il gruppo Misto, le minoranze linguistiche, l'Udc, Fratelli d'Italia e la Lega Nord, ma è oggi la giornata più importante, con i colloqui col Pd, il Movimento 5 Stelle e Forza Italia. 

FI verso ipotesi Gentiloni
A partire dalle 16 quando sarà proprio Silvio Berlusconi a varcare il portone del palazzo. L'ex Cav porta con sè la promessa fatta proprio a Mattarella che il suo partito sarà 'responsabile'. Possibile che Forza Italia sia tentata dall'idea di un nuovo esecutivo magari a guida Gentiloni - linea sposata anche dal Pd - per portare a termine il lavoro sulla legge elettorale che l'ex Cav vuole proporzionale. Una posizione che si tradurrebbe con il no all'ingresso diretto nella maggioranza di governo, ma in una sostanziale non belligeranza con l'esecutivo nascente e la disponibilità a un tavolo su riforme e legge elettorale, appunto. E' questa la posizione che prende forza nel partito di centrodestra, e che Silvio Berlusconi potrebbe esporre domani al presidente della Repubblica, dopo aver incontrato i vertici di Forza Italia a palazzo Grazioli per fare il punto sulla linea da seguire.

Fdi-Lega: 'no' a Renzi bis
L'ipotesi di un Renzi bis pare inaccettabile da più parti. Il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta ripete: "Qualcuno pensa ancora a un Renzi bis dopo 19.419.507 No del popolo sovrano? Renzi e il suo governo a casa, e non tornino mai più". Un no trova i forzisti su una posizione comune con Fratelli d'Italia e Lega. "Un Renzi bis sarebbe inaccettabile", tuona Giorgia Meloni, "gli italiani sono stati chiari". "Il popolo vuole votare e non gradisce Renzi come presidente del Consiglio", dice il vicesegretario del Carroccio, Giancarlo Giorgetti. Intanto il segretario della Lega, Matteo Salvini, insiste per andare a elezioni subito e annuncia che nel prossimo weekend, il 17 e 18 dicembre, il Carroccio organizzerà mille gazebo in piazza per chiedere che si voti.

""Il 17 sarò a Palermo e il 18 a Milano", ha spiegato Salvini in un'intervista al Corriere della Sera, "vogliamo unire in questa richiesta tutta Italia". "Qui c'è gente che vuole andare avanti per un anno e mezzo e così diventa un problema di democrazia", ha avvertito il leader leghista. Quanto all'assenza alle consultazioni al Quirinale, Salvini ribadisce che si è trattato di una questione familiare: "Da tempo avevo promesso ai miei bimbi che sarei stato con loro in questi giorni e, con tutto il rispetto per le consultazioni, ho voluto mantenere la promessa". 

M5S: Subito al voto
Il M5S, che ieri pomeriggio si è riunito ancora per fare il punto sulla situazione, prima di salire oggi al Colle per le consultazioni, è chiaro: "Andiamo a votare subito", ripete Luigi Di Maio. Voto subito che per i pentastellati si realizza nell'andare alle urne subito dopo la sentenza della Consulta, a fine gennaio, e applicando anche al Senato, con i correttivi necessari, l'Italicum: il gruppo ha già depositato a Montecitorio una proposta in tal senso.

Pd converge su Gentiloni
Il Pd sarà l'ultimo partito a incontrare Mattarella. Al Colle saliranno Guerini, Orfini e i capigruppo Zanda e Rosato con il nome di Paolo Gentiloni tra le mani.

Il Pd infatti trova la quadra sul nome del titolare della Farnesina quale successore di Matteo Renzi a palazzo Chigi. Un Governo di scopo per riformare l'Italicum e poi andare alle urne: questo il 'patto' tra i dem. Renzi sa che non è praticabile, perché non troppo gradita al Capo dello Stato, la strada che porta a una modifica dell'Italicum con lui in carica da dimissionario, come prospettato dal Movimento 5 Stelle. Un esecutivo a termine guidato da Gentiloni, viene spiegato, permetterebbe invece al segretario Pd di non tradire la parola data nei mesi di campagna elettorale ("io non galleggio", "al tavolo non ci sarò") e rassicurerebbe il Colle - nel caso in cui ci volesse più tempo per riformare l'Italicum - in vista degli impegni internazionali di marzo a Roma e maggio a Taormina con il G7.

Per non rischiare il rinfocolarsi delle correnti dem, il premier accelera sul congresso, con alcuni parlamentari che ne ipotizzano l'apertura dopo un'assemblea da tenersi già tra una decina di giorni, per concludersi a marzo. È Andrea Orlando a dire 'on the record' quella che - secondo parlamentari e fedelissimi - rimane la posizione del premier dimissionario. "Un Governo di legislatura è inconcepibile. La legislatura si è chiusa con il referendum - dice il ministro della Giustizia - Dobbiamo capire capire come chiuderla, non come andare avanti". Il Pd, insomma, ribadiscono oggi Guerini, Orfini e i capigruppo Zanda e Rosato a Mattarella "ha un ruolo centrale che non rifiuta", ma che "non può essere" un ruolo "solitario". "Non siamo disponibili a fare da soli", scandisce il titolare di via Arenula.

Il governo di transizione dice a sua volta Roberto Speranza - dalle pagine del Quotidiano nazionale - deve fare subito due cose: "una legge elettorale omogenea per camera e senato e risanare la frattura che si è venuta a creare con la società italiana". Per questo incalza: bisogna cambiare anche scuola e jobs act.

 
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