Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/La-Danimarca-avvisa-i-migranti-sui-giornali-libanesi-e6f36b49-13b3-4932-b8ab-5ce53e81f1f5.html | rainews/live/ | true
MONDO

Il documento per dissuadere i profughi

La Danimarca "avvisa" i migranti sui giornali libanesi: non venite da noi

E' stato pubblicato l'8 settembre sui giornali libanesi il documento con cui il governo danese avvisa i migranti del taglio dei sussidi e delle nuove regole per far fronte alle nuove ondate

Lettera anti immigrati dal governo danese (Facebook di Inger Stojberg)
Condividi
Non tutto il Nord Europa si muove come la Germania. C'è chi nonostante la propria fama di Paese tollerante abbassa le saracinesche. E' la Danimarca, che per chiarire a tutti le proprie intenzioni, l’8 settembre ha comprato degli spazi sui giornali libanesi, diffondendo un documento, in arabo e in inglese, in cui spiega che il governo danese ha ridotto del 50% i fondi destinati ai rifugiati. 

Si avverte, inoltre, che a chi ha ottenuto un permesso temporaneo, per il primo anno non è concesso il ricongiungimento famigliare. Inoltre si specifica che chi riuscisse a restare nel paese è obbligato a imparare la lingua danese. 

La stampa libanese viene quindi usata dalle autorità di Copenaghen per dissuadere eventuali viaggiatori, ma il ministro all’integrazione, Inger Stojberg che ha pubblicato anche un post su Facebook, precisa che si tratta di una maniera per informare con “oggettività e sobrietà” sulle nuove regole adottate dal Paese.  

Har i dag, som lovet, indrykket annoncer i fire libanesiske aviser, der informerer om de ændrede vilkår for personer,...

Posted by Inger Støjberg on Domenica 6 settembre 2015


Intanto circa 200 persone si sono rifiutate di scendere dal vagone su cui si trovavano al porto di Rodby, sull'isola di Lolland, o di essere accompagnate ai centri di accoglienza danesi chiedendo di proseguire indisturbati il loro viaggio in Svezia. Circa 300 persone sono state bloccate mentre percorrevano a piedi l'autostrada E45 vicino a Padborg, dopo essere sfuggite alla polizia.
Condividi