La Scozia va al voto per l’indipendenza e Londra trema
Giovedì 18 settembre la storica consultazione
Il vento dell’indipendenza in Scozia spira da lontano: cioè da quando l’imperatore Adriano, nel 122 d.C., fece erigere una linea muraria (il Vallo) fra il mare del Nord e l’Atlantico, da Wallsend alla foce del Solway Firth. Una fortificazione per delimitare a nord il confine dell’Impero Romano e difendere la Britannia dalle incursioni dei Pitti. La Caledonia, popolata da indigeni già dotati di gonnellino ed elmi cornuti, per Roma era il luogo del “grande inverno” , un posto da lasciare fuori dell’uscio. Da allora l’identità scozzese si è consolidata e radicalizzata, tanto che gli inglesi hanno sudato le proverbiali sette camicie per venirci a patti. Il suo simbolo più popolare è William “Braveheart” Wallace, interpretato sullo schermo da Mel Gibson, che guidò la ribellione scozzese contro l’occupazione inglese di re Edoardo I. E siamo nel 1305. Ci vorranno altri 400 anni far cessare le ostilità fra i due Paesi, che nel 1707, con l’Act of the Union, dettero vita al Regno Unito, che dal 18 settembre potrebbe diventare dis-unito. Infatti, dopo il referendum sulla devolution del 1979 e quello sulla creazione del parlamento scozzese (1997), adesso gli abitanti delle terre del nord vanno al voto per riedificare un nuovo (virtuale) vallo di Adriano.