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ECONOMIA

I dati

Istat: la deflazione non si ferma. Più caro il carrello della spesa, verdure al top

Giù i prezzi dello 0,2 per cento rispetto allo scorso anno, effetto soprattutto del calo dei beni energetici. Aumentano le etichette degli ortaggi ma la frutta costa meno

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Roma La deflazione non si arresta, anzi peggiora. Nel mese di settembre 2014 l'indice dei prezzi è sceso dello 0,2% rispetto allo stesso mese del 2013. Lo rileva l'Istat, sottolineando che i dati definitivi sono peggiori delle stime provvisorie (-0,1%). Su base mensile i prezzi sono scesi dello 0,4%. La deflazione deriva da un calo della domanda di beni e servizi da parte di consumatori e imprese, e dunque da uno stop nei consumi.

Le cause
La maggiore flessione su base annua dell'indice generale (ad agosto era -0,1%) è principalmente dovuta all'accentuarsi del calo tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-2,8%, da -1,2% di agosto) e al rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,3%, da +0,7% del mese precedente), ampliatosi con il rilascio dei dati
definitivi; andamenti solo in parte bilanciati dal ridursi della flessione dei prezzi degli alimentari non lavorati (-0,9%, da -1,8% di agosto).

Aumentano i prezzi degli alimentari
Il carrello della spesa è più 'pesante' per gli italiani che a settembre si sono visti aumentare i prezzi degli alimentari (incluse le bevande alcoliche) dello 0,2% su base mensile. Su base annua, invece, i prezzi fanno registrare un tasso nullo, dopo tre mesi consecutivi di flessione (-0,3% ad agosto e -0,6% a luglio e a giugno).

Verdure carissime, la frutta costa meno
Secondo l'Istat, il rialzo su base mensile dei prezzi degli alimentari non lavorati è da attribuire principalmente all'aumento dei prezzi dei vegetali freschi (+4,0%), la cui flessione su base annua si attenua (-1,4%, da -3,4% di agosto). Per contro, i prezzi della frutta fresca diminuiscono dell'1,5% su base mensile ma fanno registrare, anch'essi, un ridimensionamento della flessione tendenziale (-4,6%, da -7,8% del mese precedente), per effetto del confronto con settembre 2013, quando il calo congiunturale era risultato nettamente più marcato (-4,8%).

Giù i prezzi delle carni
Diminuzioni congiunturali di minore entità si segnalano, inoltre, per i prezzi di alcune tipologie di carni: Carne suina (-0,3%, -0,7% in termini tendenziali), Pollame (-0,2%; +0,4% su base annua) e altre carni  (-0,1%, +0,5% rispetto a settembre 2013). La dinamica dei prezzi dei beni alimentari è imputabile all'andamento dei prezzi dei prodotti non lavorati: questi registrano un rialzo mensile dello 0,3% e un sensibile ridimensionamento della flessione su base annua (-0,9%, da -1,8% del mese precedente). I prezzi dei prodotti lavorati non variano in termini congiunturali e mostrano una crescita tendenziale stabile allo 0,6%.
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